Newshirt (© Jetty Van Wezel)

Newshirt: le camicie di carta realizzate con le prime pagine dei giornali, metafora (e critica) al fast fashion e alla snack culture

La morte di Bowie, gli attentati di Parigi, Pechino soffocata dallo smog, il fenomeno Adele, la prossima chiusura dell’edizione cartacea del quotidiano inglese The Independent, il piccolo Aylan Kurdi riverso a faccia un giù nella sabbia, la Merkel che allarga le braccia di fronte a Obama con le Alpi sullo sfondo…

Tutte notizie che nel bene e nel male ci arrivano addosso da ogni possibile canale di comunicazione, capaci talvolta di lasciare un segno dentro (o fuori) di noi, ma capaci soprattutto di esplodere in frammenti incontrollati che a loro volta diventano altre informazioni da remixare, su cui costruire meme, da manipolare in astuti re-frame per diffondere disinformazione.

Tutte notizie che lottano per emergere nell’eterno presente (ma dal respiro corto) in cui siamo immersi. E quando lo fanno resistono per qualche giorno (quando va bene) o appena una manciata di ore, prima di lasciar spazio al prossimo fenomeno, alla prossima notizia calda.

Newshirt (© Jetty Van Wezel)
Newshirt
(© Jetty Van Wezel)

Una semplice occhiata ai cosiddetti TT—i trending topics su Twitter—ci dice che ieri parlavamo tutti dell’Oscar a DiCaprio, mercoledì scorso è stato il turno di #petaloso, la domenica prima quello di Totti che faceva la primadonna, il 19/20 febbraio c’è stato Umberto Eco, e così via. Persino i momenti-svolta, quelli che hanno un impatto talmente violento e incisivo sulla società e sull’immaginario comune, si moltiplicano a una frequenza mai vista prima.

Si chiama snack culture questo consumo ossessivo-compulsivo, rapido e frammentario di notizie e di prodotti culturali. E assomiglia molto a quel che succede nei nostri guardaroba, dove un capo non dura più nemmeno lo spazio di una stagione, sostituito da qualche altra tendenza o letteralmente andato in pezzi per la scarsa qualità dei tessuti e della lavorazione.

Newshirt (© Jetty Van Wezel)
Newshirt
(© Jetty Van Wezel)

C’è un designer olandese che è riuscito a costruire una perfetta metafora di tutto questo. E quando parlo di costruire intendo proprio con le mani, piegando le prime pagine dei giornali in modo da ottenere tutta una serie di camicie di carta, impalpabili come una maglietta low cost e deperibili quanto una news.

Lui si chiama Jetty Van Wezel, si definisce “Conceptdesigner ed Imagemaker” e con la sua serie Newshirt—esposta lo scorso ottobre durante la Dutch Design Week—vuol fare una critica al mondo della moda e a quello dell’informazione, scegliendo come soggetti alcune delle notizie-chiave, riuscendo con grande abilità a trasformarle in grafiche perfette per un capo d’abbigliamento e postando poi tutto su Instagram, laddove, pure, tutto passa, sempre più in fretta.

Newshirt (© Jetty Van Wezel)
Newshirt
(© Jetty Van Wezel)
Newshirt (© Jetty Van Wezel)
Newshirt
(© Jetty Van Wezel)
Newshirt (© Jetty Van Wezel)
Newshirt
(© Jetty Van Wezel)
Newshirt (© Jetty Van Wezel)
Newshirt
(© Jetty Van Wezel)
Newshirt (© Jetty Van Wezel)
Newshirt
(© Jetty Van Wezel)
Newshirt (© Jetty Van Wezel)
Newshirt
(© Jetty Van Wezel)
Newshirt (© Jetty Van Wezel)
Newshirt
(© Jetty Van Wezel)
Newshirt (© Jetty Van Wezel)
Newshirt
(© Jetty Van Wezel)

tumblr_nvwa715zVD1qfzbeto1_1280

Un messaggio

Frizzifrizzi è sempre stato e sempre rimarrà gratuito. Si tratta di un progetto realizzato ogni giorno con amore e con impegno. La volontà è di continuare a farlo cercando di tenere al minimo la pubblicità. Per questo ti chiediamo una mano — se vorrai — con una piccola donazione. Potrai farla su PayPal.

GRAZIE DI CUORE.