Pallet: un nuovo magazine di storie (davanti a una birra)

Pensaci bene. Quante storie hai raccontato davanti a una birra? Per non parlare di quelle che avrai ascoltato.
Senza andare a scavare troppo nei ricordi, a me salta in mente una birretta con uno che mi raccontava di esser tornato da poco dalla Spagna con l’auto imbottita di “erbe” non propriamente legali (poi, per la cronaca, il tizio è finito dietro alle sbarre). Oppure serate in cui oltre ai soldi per la bionda sbatti sul tavolo tutte le carte, all in, e tiri fuori tutto quel che c’è da tirar fuori: “la vita, l’universo e tutto quanto”, direbbe Douglas Adams.

O, ancora, le “confessioni di due scrittori falliti” che io e il mio consulente di pornografia ci facciamo quando entrambi abbiamo il tempo di vederci nel nostro solito pub.
Figurati che dopo anni di niet mi sono installato Whatsapp perché era l’unico modo per organizzarmi assieme a due papà di altrettante compagne di scuola di mia figlia e farci di tanto in tanto una bevuta assieme: nome del gruppo, neanche a dirlo, birrette.

Difficilmente ti fai un birretta per lavoro (e di quelle che ho fatto non ce n’è nemmeno una degna di essere ricordata): per quello ci sono già l’iper-professionale e misurato caffè, la neutra pausa-pranzo, per i più coraggiosi l’aperitivo.
La birretta è per quando ti togli il cappello di “cosa fai” e metti quello, ben più pesante, di “chi sei”, che tu stia da questa parte della storia, a raccontarla, o dall’altra parte, ad ascoltarla. Magari a leggerla, pure, perché questo nuovo magazine americano—Pallet—ruota proprio attorno a questi due capisaldi dell’esistenza dell’homo sapiens sapiens: le storie e, appunto le birette.

«Una birra, una storia», questo è il motto della rivista, che parla di birre e di birrai per poi però partire per la tangente e parlare di architettura giapponese, di micro-finanza indiana, di come la vita di Johnny Cash abbia incrociato quella di Merle Haggard, di ricette ispirate alla serie tv Breaking Bad per finire addirittura con un racconto ispirato ai tatuaggi di Henry Rollins.
Pallet è un magazine «for people who like to think and drink», spiegano loro. Difficile trovare qualcuno, tra i non astemi, che non sia d’accordo.

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