In principio furono acqua e ghiaccio. Poi arrivò il sale, e di seguito molluschi, insetti, pesci, anfibi. A un certo punto—rischiando allucinazioni e intossicazioni, pure mortali—l’uomo cominciò a sperimentare funghi e verdure, magari accompagnandoli a carne di orso, di cervo e di cavallo, per poi lanciarsi verso prelibatezze come le uova e l’ossobuco (ma per quello “alla milanese” si dovrà aspettare ancora qualche millennio) finché, 17.000 anni prima di Cristo, a partire dalla coltivazione del farro, cominciò la rivoluzione dei cereali.
C’è tutta l’evoluzione dell’uomo in chiave alimentare, nella Food Timeline, un sito che dal punto di vista grafico è agghiacciante ma che offre una panoramica incredibile sulle abitudini culinarie dell’homo sapiens sapiens attraverso la storia: dai cacciatori-raccoglitori e dalle prime forme di agricoltura e allevamento fino ai #twecipe, le ricette in 140 caratteri pubblicate su Twitter. In mezzo: quasi 20.000 anni di ingredienti scoperti o inventati (nella colonna sinistra della timeline) e di ricette (nella colonna destra) create dagli unici animali—e cioè noi—che riescono a trasformare il cibo in qualcosa che va molto al di là del semplice sostentamento facendolo diventare un arte.

(foto: Frizzifrizzi)
Ogni voce, lungo la linea temporale, rimanda a tutta una serie di fonti, tra siti, estratti di saggi o articoli, bibliografie (dietro al progetto c’è un’enorme biblioteca di titoli a tema alimentare/gastronomico, messa insieme da Lynne Olver, storica dell’alimentazione che purtroppo è scomparsa lo scorso aprile a soli 57 anni).
Ma anche senza andare ad approfondire ogni singolo elemento, il semplice scorrere le date si rivela un’incredibile fonte di informazioni e curiosità (spesso da prendere “con le pinze”, però, a causa del punto di vista fortemente americanocentrico della Olver), come ad esempio veder apparire la polenta ben 900 anni prima di Cristo, il kebab nel 14° secolo, gli hot dog nel 15° secolo.