Animali “vintage”: intervista a Liza Rendina

Scrivo libri da diversi anni. Certi hanno ricevuto premi e sono stati tradotti in parecchi paesi. Di alcuni girano gli spettacoli teatrali. Ma per ora di nessuno hanno fatto i pupazzetti*.!

Almeno fino a qualche settimana fa, quando Marco Somà (con cui ho fatto La regina delle rane non può bagnarsi i piedi, tradotto in Italia da Kite Edizioni) posta le foto di alcune rane di stoffa realizzate da Liza Rendina (qua la sua pagina Facebook).

Avevo già notato il lavoro di Liza e a questo punto voglio saperne di più.

* * *

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Raccontaci: chi sei? Cosa fai?

Sono una mamma che sta ancora imparando a fare questo difficilissimo mestiere, una casalinga disperata, cuoca disastrosa (piatto che faccio meglio: le crêpes dolci, tanto per capirci, che per fortuna è il preferito dei miei bambini!). Lavoratrice stagionale (chi l’avrebbe mai detto? Ma in qualche modo bisogna pur sopravvivere), e in tutto il (poco) tempo che resta sognatrice ad occhi aperti con poco senso pratico…

E i pupazzi? Quando hai cominciato a farne?

Il mio cammino artistico inizia con la Pittura, ma dopo l’Accademia: aiuto! Arriva un marmocchietto, che viene ad occupare un bel po’ di spazio nel mio cuore e pure in casa. Così, archiviati al momento colori e pennelli mi viene in mente di continuare con un’idea che ho partorito prima di partorire per davvero, cucire degli animali in feltro. O meglio delle creature con la testa animale e il corpo umano, magre magre e con le gambe luuuunghe.
Chi pensa che siano assolutamente inutili, chi le trova irresistibili, tra alti e bassi continuo a lavorarci.

Come è nata la collaborazione con Marco Somà?

La mia strada si incrocia con quella di Marco Somà al Picnic Festival: lui è lì per regalare i suoi bellissimi disegni ai fan, io per vendere le mie creazioni. In realtà lui non può staccarsi dalla sua postazione ma adocchia qualche creatura della quale si innamora, e manda subito la sua inseparabile Erika ad adottarle.
Passa qualche anno. Un giorno mi arriva un suo messaggio con una idea pazza: mi chiede se posso realizzare i personaggi che disegna facendoli diventare animali di stoffa. Accetto quasi subito, la proposta è troppo intrigante! Così in un mese, cucendo, cucendo e cucendo in squadra con mia mamma Sylviane, che già da tempo si occupa della realizzazione degli abiti, senza i quali i miei poveri animali sarebbero tutti in mutande, riesco a dare vita a sette personaggi per una mostra in coppia con Marco.

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Dopo la prima se non sbaglio ci sono state altre mostre?

Dopo due esposizioni a Mondovì (Cuneo), arriva la mostra nella bellissima biblioteca di Arzignano, in Svizzera a Morges, con le ranocchie di La regina delle rane non può bagnarsi i piedi, che mi sono divertita moltissimo a realizzare. In programma quest’autunno abbiamo anche un’altra doppia esposizione (sempre di personaggi in stoffa che si affiancano alle meravigliose illustrazioni di Marco) a Ginevra alla libreria Au Chien Bleu, e in contemporanea una mostra nella libreria Farfilò a Verona. Poi chissà…

A questo punto penso che la domanda dei lettori sia prevedibile: ma i pupazzi si possono comprare?

I personaggi sono in vendita, per ora fatti solo su ordinazione. Ogni singolo pupazzetto nasce dopo ore di lavoro ed è sempre un pezzo unico proprio perché realizzato interamente a mano!

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Quindi sono fatti uno per uno. Hai pensato a una produzione in serie?

Per ora no. Le cose fatte a mano hanno un cuore, per me sono vive, parlano e ci guardano, e si aspettano di essere amate. È vero che mio figlio si è affezionato al suo pupazzetto fatto in serie (ne ha anche di miei ma quelli non sono propriamente fatti per essere strapazzati!), ma che lui conosce come unico e irripetibile…
Per ora però non prevedo produzioni seriali, anzi l’idea è proprio di realizzare il personaggio numerato e avere una limited edition proprio perché voglio dare più valore alle singole creature. È anche una questione di tecnica: Sylviane realizza gli abiti con tessuti che prende dal suo magico armadio delle stoffe, quasi tutti scampoli di abiti vecchi e vintage che trova e ricicla, e che non hanno perciò durata infinita. Ciò ci obbliga naturalmente a cambiare spesso colore e fantasia dei vestiti di uno stesso personaggio che così non è mai uguale a se stesso, anche se realizzato in più di un esemplare.
Per avvicinarmi il più possibile all’illustrazione in alcuni casi dipingo io stessa la fantasia del tessuto creando il giusto pattern, e questo procedimento rende ancora più uniche le creature che diventano così davvero irripetibili.

editorialista
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