«Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma» recita il postulato fondamentale di Lavoisier, da cui prende le mosse la legge di fisica meccanica della conservazione della massa. E di cui, potremmo azzardare a dire, che il riciclo e il riuso nella moda e nel design sono i “postulati creativi”.
Vorrei un Euro per ogni volta che in questi anni ho scritto, letto, visto, ascoltato, incontrato designer che si impegnavano in questo tipo di attività. Sempre encomiabile in termini ecologici (quando reale), ma non sempre altrettanto interessante quanto ai risultati estetici. Ad un certo punto, devo confessare, mi sono sentita sommersa da tutti questi oggetti nati da riciclo e riuso, satolla come dopo una grande scorpacciata e, salvo rare eccezioni, negli ultimi anni me ne sono tenuta alla larga.
I lavori Dario Vecchi, noto anche come EcoDario, il nome del brand con cui si muove in questo contesto, sono una di queste eccezioni.
La storia di EcoDario ha inizio nel 2010, quando Dario realizza e poi presenta al FuoriSalone di Milano Magdalene, un’étagère realizzata assemblando vecchie scale industriali anni ’40 con assi da ponte.
Dario è bergamasco, cresciuto tra Milano, dove si è diplomato in Arti Antiche, e il Canada. L’attività di famiglia, l’amore per i mercatini e le mostre di antiquariato, lo portano — ormai 12 anni fa — ad aprire una bottega di vintage e antiquariato a Bergamo Alta.
Immagino che dalla bottega all’idea di riportare a nuova vita pezzi magari un po’ acciaccati, interessanti materiali in cui ci si imbatte nelle innumerevoli ricerche, il passo sia breve.
Nel 2012 nasce la prima ecocucina, realizzata con vecchi legni e ante di finestre. E la cucina si sa non è proprio la cosa più semplice con cui cimentarsi nel mondo del riuso.
Nel suo laboratorio in mezzo ai vigneti, Dario assembla ancora le sue eco-cucine: un modulo lavandino in legno massello, con imbuto in legno e zinco poggiato su assi e usato come lavello, ante dell’800 utilizzate come cassetti e assi in legno di larice di vecchi banconi industriali pulite, laccate e cerate.
E poi vecchi complementi industriali, pezzi vintage recuperati, strutture in ferro saldate, banconi industriali rivisitati e utilizzati come piani da lavoro, vecchi pesi da palestra come ruote, danno vita a bellissimi tavoli ed a molti altri arredi e complementi d’arredo.