Nel mio caso, non si tratta di avere o meno il pollice verde, ma piuttosto di cercare un chiaro legamene genetico con il re degli Unni, ricordate dalle elementari, quell’Attila, che dove passava lui non cresceva più manco l’erba?
Ecco, io devo essere sua discendente, perché non mi sopravvive nulla, nessun tipo di pianta. Gli amorevoli corteggiatori che si sono succeduti negli anni ci hanno provato: orchidee, lillà, tulipani, un alberello di mimosa (pianta che io adoro nonostante l’odore!) e poi piante grasse di ogni provenienza geografica, e perfino una pianta carnivora di cui non ricordo manco più il nome (né della pianta né del corteggiatore), morta — forse di fame — pure quella…
Per cui se volete indagare i benefici, estetici e psichici, dell’avere piante in casa non rivolgetevi alla sottoscritta. Anche con mia madre non vi andrebbe meglio.
Provate a parlare con Alessio D’Andrea e Vincenzo Vitiello di Lab. Fabrici, uno studio di design con base a Milano.
I due si occupano di sviluppo di prodotti: mobili, complementi d’arredo e illuminazione, e proprio sui benefici del verde domestico hanno focalizzato ultimamente le proprie indagini e impegnato la propria creatività, dando vita ad Aeris e Altrove, utilizzando forme organiche e materiali tradizionali quali terracotta, legno e rame che, scrivono loro, “conferiscono calore ed autenticità”.
Aeris è un depuratore d’aria domestico, che “aumenta il flusso d’aria all’interno dell’impianto, costringendo l’aria a passare attraverso un substrato di argilla espansa e attivare il carbonio attraverso una ventola ad alta velocità”. È disponibile in diversi colori e materiali e può ospitare diverse specie di piante domestiche.
Altrove invece è un prodotto pensato per prendersi cura delle piante d’appartamento quando non si è a casa, attraverso il tradizionale sistema dell’irrigazione a goccia, che in questo caso “nasconde la funzione grazie al suo aspetto evocativo e emozionale”.










