Quando Facebook ha introdotto la possibilità di vedere, a cavallo tra la fine dell’anno vecchio e l’inizio dell’anno nuovo, un “riassunto” dei propri ultimi 365 giorni mostrati attraverso la lente (distorta) del più popolare dei social network, ne sono uscite fuori pure brutte storie.
Ma dopotutto quel che Facebook sa di te — e di conseguenza molto di ciò che gli altri sanno di te, visto che la piattaforma di Zuckerberg viene utilizzata per tutto e il contrario di tutto, tra cui rimorchiare, trovare lavoro, monitorare i propri dipendenti, conoscere qualcuno prima di incontrarlo dal vivo, invitare ad eventi, costringere conoscenti a mettere il like su una pagina, una foto o un articolo… — quel che sa di te, dicevo, sei tu stesso a raccontarglielo. E l’attenzione che bisognerebbe mettere in ogni singolo post è la stessa che presteresti nello scrivere qualcosa di delicato su un diario segreto che però segreto non è, potenzialmente accessibile da milioni di persone e sempre lì, sempre aperto, 24 ore su 24, alla mercé dei giudizi, delle decontestualizzazioni e magari pure delle perversioni altrui.
Il paragone col diario non è forzato. Facebook è anche molte altre cose ma per tanti è proprio questo, un diario, se non nella forma almeno nella sostanza.
Per trasformarlo in diario anche nella forma c’è però un servizio chiamato My 365 days in print, che permette di stampare 365 giorni del proprio profilo Facebook in altrettante pagine di un libro dalla grafica pulita ed essenziale, personalizzabile nei contenuti (ad esempio si può scegliere cosa nascondere e cosa invece evidenziare).
Pia Knoester, la biondissima finlandese che ha lanciato il sito, per convincerti a provare il servizio, scrive: «nel 2013 mia madre ha iniziato a leggere i diario scritti a mano di sua madre riguardanti la sua vita quotidiana nel Congo-Kinshasa dei primi anni 50 e nell’India degli anni ’60. Mia madre li sta battendo uno a uno, in modo tale da conservarli per le generazioni future. Pensaci».
E aggiungo io: «pensaci davvero. Ma pensa innanzitutto a quel che pubblichi su Facebook».