Una rivista di moda, arte, cultura e… gattini.
Ecco, in breve, cos’è Puss Puss, che uscirà col suo secondo numero a fine marzo, proprio quando i mici in carne e ossa staranno già cominciando ad appostarsi dietro ai cespugli o a schiacciarsi a pelle di leopardo in mezzo all’erba per fare gli agguati agli uccellini ignari e fischiettanti l’arrivo della primavera, portando a termine il loro passericidio con un salto a 4 di spade, una zampata al momento giusto e nel posto giusto, e una nuvola di penne che lentamente cadranno fino a terra, a sancire il primato della natura, dell’istinto animale e della crudeltà insita in entrambi, sugli status di Facebook politicamente corretti degli animalisti hardcore.
Tornando al magazine: oltre a editoriali di moda pieni di batuffoli pelosi e gattoni dallo sguardo altero, in Puss Puss #2 si parlerà — tra le altre cose — di fisica quantistica e del celeberrimo gatto di Schrödinger, quello che è vivo e morto allo stesso tempo, finché non apri la scatola; della colonia di gatti a sei dita di Hemingway, che tuttora popola la sua casa/museo; del Gatto di Pallas, uno dei più bizzarri e affascinanti in circolazione, che vive selvaggio nelle steppe dell’Asia (e descritto, qui, come il più “grumpy” di tutti i gatti); di Black Panther (in qualche modo erano felini pure loro); di pantofole (quelle a forma di gattino); di cucina (per umani, con una chef amante dei gatti, Gizzi Erskine, quella coi capelli à la Audrey Hepburn); di come avere sguardi felini grazie al trucco.