Gli alberi e i cimiteri sono due delle innumerevoli cose che mi piacciono.
Ho sempre camminato tra gli alberi e sempre camminato nei cimiteri, perché mi fanno riflettere, perché mi tranquillizzano, perché mi permettono di ascoltare il silenzio.
Per questo quando ho letto a proposito di Capsula Mundi (pagina Facebook qui) ne sono rimasta totalmente affascinata: penso sarebbe bellissimo poter camminare in mezzo ad un bosco sacro, che in realtà è un cimitero.
Vi spiego meglio il progetto (ideato e sviluppato da Anna Citelli e Raoul Bretzel): in un contenitore con una forma arcaica e perfetta, quella dell’uovo e realizzato con la plastica di amido, il corpo del defunto viene disposto in posizione fetale. Capsula Mundi viene poi messa a dimora come un seme nella terra e sopra di essa, a segnarne spazialmente la presenza, viene lasciato un cerchio di terra ribassato. Al centro di questo è piantato un albero la cui essenza viene scelta in vita dal defunto e sarà cura dei parenti e degli amici seguirne la crescita.
Per produrre una bara, oggi, si abbatte un albero ad alto fusto, mentre invece con Capsula Mundi un albero potrebbe nascere e andare a creare un luogo in cui poter passeggiare, poter riconoscere gli alberi (cosa che mi piacerebbe davvero molto saper fare) e, in generale, ascoltare il silenzio.
Purtroppo la legislazione attuale non consente questo tipo di inumazioni, ma comunque al regio decreto si stanno apportando delle modifiche e si stanno aggiungendo nuovi articoli per disciplinare alcune attività funerarie più recenti.
Io già mi immagino dormiente e serena con sopra di me una quercia gigante, superba, viva.