Chi conosce i Fugazi — alfieri della cultura DIY, dell’autoproduzione, del controllo totale sulle proprie opere — può ben immaginare da dove arrivi il nome di questo progetto, fondato da Paolo Cardinali appena qualche mese fa.
Paolo, che quando l’ho incontrato lo scorso dicembre a Bologna, mi ha dipinto con un sorriso sincero i Fugazi come la miglior band della storia («questo è discutibilissimo», ho ribattuto io), viene dalla fotografia: anni passati a scattare e a fare le ore piccole in camera oscura; la militanza in un gruppo come Zone d’Ombra — che ha co-fondato e col quale ha organizzato innumerevoli esposizioni, eventi, corsi, incontri e presentazioni di libri e di artisti — oltre l’attività in un festival indipendente come Occhi Rossi, tenutosi a Roma, negli spazi del Forte Prenestino, dal 2009 al 2013.
E alla fotografia è dedicata anche una piccola realtà editoriale come Fugazine, che Paolo ha lanciato per pura, bruciante passione, («ho la fortuna di poter campare d’altro», mi ha raccontato, «quindi non dovendo tirar su soldi col progetto posso investire su ciò che mi piace davvero, senza starci a fare sopra troppi calcoli») e con cui finora ha prodotto due libri formato fanzine.
Il primo, pubblicato al luglio 2014 e andato presto esaurito, aveva come protagonista Simona Pampallona, col suo progetto fotografico dal titolo Due persone chiamate mio fratello.
Il secondo, dal titolo Tattoo Tribù, di Paola Serino, era invece fresco di stampa al momento di presentarlo al Fruit, festival bolognese sulle autoproduzioni editoriali.
«Il principio di selezione è molto semplice: lavori che mi piacciono, che mi incuriosiscono, e fotografi e fotografe che stimo e con le quali è piacevole lavorare», dice Paolo, che ha deciso di non “ingabbiarsi” in uscite dalla periodicità fissa, perché «quando c’è materiale buono e soprattutto tempo per lavorarci bene, quello è il momento perfetto per far uscire un nuovo numero».
Quel momento perfetto non dev’essere ancora tornato visto che Fugazine n.3 non è ancora in lavorazione. «Ma ci sono delle candidature», ha assicurato Paolo, che in attesa della prossima “alchimia” tra tempo a disposizione e buon materiale ha organizzato a Roma una mostra con le foto di Tattoo Tribù, in esposizione fino al 7 febbraio.