The Flippist: flipbook personalizzati

Prima delle gif animate c’erano i flipbook. Quei libretti, di solito minuscoli, da sfogliare rapidissimevolmente tra le dita per azionare uno dei più meravigliosi inganni che l’uomo ha saputo usare a proprio vantaggio: l’animazione.
L’occhio umano è in grado di percepire come immagini separate soltanto sequenze che scorrono fino a circa 10 fotogrammi al secondo. Oltre quella soglia comincia la magia: le immagini statiche si muovono. E più aumenta la frequenza dei fotogrammi più il movimento appare fluido.

È grazie a questo inganno che è nato il cinema, sono nati i cartoni animati e, allo stesso modo, anche la forma di animazione più essenziale, economica, alla portata di tutti: il flipbook, appunto, che di solito impari a realizzare fin dalle elementari, quando una nonna paziente o un compagno di scuola sapientino iniziano a disegnare ometti-stecco sugli angolini delle pagine di un libro e poi li animano compiaciuti.

La storia dei flipbook è misteriosa. Non si sa effettivamente quando siano stati “inventati”. Ma c’è un brevetto, depositato da un litografo inglese nel 1868, per un apparecchio chiamato kineografo, il primo — pare — a utilizzare sequenze di immagini lineari, a differenza dell’ancor più antico fenachistoscopio (la cui etimologia rappresenta in toto il concetto di animazione: ingannare + osservare), che invece funzionava a disco e venne inventato nel 1832, anche se pare che già il vecchio Euclide ne avesse compreso il principio.

Dal primo kineografo in poi il flipbook si è diffuso a macchia d’olio come gioco per bambini, spesso in regalo dentro alle scatole dei cereali; come mezzo per fare pubblicità; come forma d’arte, per piccoli cortometraggi tascabili; come primitiva forma di cinema erotico e persino pornografico, con le foto di uomini e donne “in azione”.

Oggi i flipbook esistono ancora ma sono diventati più che altro dei reperti nostalgici e retro del mondo pre-internet. Eppure c’è ancora chi si diverte a produrne e addirittura ne realizza, su commissione, di personalizzati.
È il caso di Ben Zurawski, un artista di Chicago che attraverso il suo sito, The Flippist, vende proprio flipbook “su misura” per la storia che vuoi raccontare.

Zurawski è innanzitutto un grandissimo collezionista: in casa ha oltre un migliaio di esemplari, tra nuovi e antichi, e ha pure un canale YouTube pieno di flipbook in azione.
La passione è nata in famiglia: suo padre collezionava vecchi giocattoli, strani dischi e libri rari, trovati perlopiù nei mercatini e nei negozi dell’usato. Tra i polverosi volumi c’erano pure tantissimi flipbook, che hanno affascinato il piccolo Zurawski fino a farlo diventare un vero esperto in materia.

Ma chi è che nel 2015 si fa realizzare a mano questi piccoli gioiellini animati?
I clienti di The Flippist in realtà sono tanti. E i libretti, illustrati uno a uno da Zurawski a partire dalle indicazioni dei committenti, vertono perlopiù su alcuni temi ben precisi: corteggiamenti, proposte di matrimonio, inviti a eventi, compleanni e anniversari. Ma sono anche degli originalissimi modi per chiedere scusa a qualcuno a cui vuoi bene ma che hai ferito.

co-fondatore e direttore
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