Siamo abituati a vedere gli “sketchbook”, gli schizzi, i bozzetti, le prove, le idee buttate giù da designer, illustratori, fumettisti, persino registi. Mentre per quanto riguarda la fotografia, beh la fotografia — a chi la guarda soltanto, senza farla ma soprattutto senza farai troppe domande su cosa ci sia dietro a un’immagine esposta in una galleria o pubblicata su una rivista o sul web — sembra un’arte che ha più a che fare con la luce e col tempo, la fisica e la chimica, la meccanica della macchina (ed eventualmente l’elettronica, se c’è di mezzo una digitale).
Che c’azzeccano gli appunti col fotografare? Che ha a che fare lo stra-citato “istante decisivo” con la progettualità che presuppone il lavoro preparatorio del “bozzettare”?
In realtà le due cose sono molto più legate tra loro di quanto sembri. Lo dimostra un libro pubblicato dalla solita Thames & Hudson, che raccoglie appunto i bozzetti di alcuni tra i più interessanti fotografi contemporanei.
Photographers’ Sketchbooks, questo il titolo, mostra gli appunti di chi sta dietro all’obiettivo, spiegati dalle parole degli stessi artisti (50, per circa 500 immagini raccolte in 320 pagine), che per i due curatori del libro — Stephen McLaren e Bryan Formhals — hanno aperto non solo gli studi e le agende ma anche la valigia dei ricordi e quella delle idee.