Una semplice domanda può scatenare eventi meravigliosi. Può dare il via a un flusso infinito di altre domande, costruire nuovi universi, ispirare opere d’arte, aizzare conflitti, agitare rivoluzioni: l’importante è fare la domanda giusta.
Se ad esempio chiedi a gente di cinema — ad attori, registi — «cos’è che ami dei film?» allora devi prepararti al peggio. O al meglio, dipende dai punti di vista.
Quelli di Little White Lies — magazine indipendente inglese che in meno di dieci anni di attività ha completamente cambiato la concezione di ciò che dovrebbe o non dovrebbe essere una rivista di cinema — hanno raccolto il meglio, talvolta il peggio, qua è là il bizzarro, il comico e il ridicolo che quella domanda, «cos’è che ami dei film?», ha prodotto. In un libro: What I love about movies.
A rispondere, ben 50 personaggi del calibro di Francis Ford Coppola, Quentin Tarantino, i fratelli Coen, Wes Anderson, Steven Soderbergh, Pedro Almodóvar, Darren Aronofsky, Spike Jonze, Danny Boyle, Philip Seymour Hoffman †, Ryan Gosling, Michael Fassbender, Joseph Gordon Levitt, Kristen Stewart, Jake Gyllenhaal, Tom Hardy, Jude Law, Carey Mulligan… e tanti altri, ciascuno a rispondere tra il serio e il faceto sul loro amore per il cinema.
E se 50 sono i cineasti e gli attori, altrettanti sono gli illustratori che ne hanno realizzato il ritratto, portando avanti anche tra le pagine del libro la “scommessa” lanciata da Little White Lies fin dal 2005: parlare di film utilizzando soprattutto l’illustrazione piuttosto che la fotografia. Scommessa che col magazine hanno stravinto.