Slavik ha 55 anni ed è un senzatetto. Vive per le strade di Leopoli, in Ucraina, ed è pieno di segreti: non si sa dove vada a rifugiarsi, non si sa quale sia la sua storia. Slavik però, a differenza della stragrande maggioranza dei senzatetto (e di gran parte della gente “normale”) ha un gusto innato per la moda e si cambia anche due volte al giorno, utilizzando ciò che trova tra gli scarti.
Proprio per le strade di Leopoli un giorno Slavik ha incontrato Yurko Dyachyshyn. Yurko è un fotografo e, intuito il potenziale narrativo di Slavik, ha iniziato a fotografarlo. Era il 2011 e per i due anni seguenti Yurko e Slavik si sono incontrati per le vie della città, il senzatetto esibendo i suoi “outfit” e il fotografo immortalandolo in cambio di qualche soldo.
Il risultato è Slavik’s Fashion, una serie che celebra (ma il confine tra la celebrazione e l’uso puro e semplice di un poveraccio a fini personali — senza neanche l’ironia caustica di Sartorialist Via Padova — in casi come questi, è molto sottile: allo spettatore il compito di giudicare), che celebra, dicevo, il misterioso senzatetto, di poche parole ma di gran gusto estetico.
L’epilogo della vicenda, poi, è “da film” come il personaggio: Slavik è scomparso da gennaio 2013. Yurko non lo vede più da allora (e nel frattempo gli ha dedicato una serie di false copertine di magazine di moda). Potrebbe essersi rifatto una vita, potrebbe essersi spostato da qualche altra parte nella sua ricerca continua di pace interiore o, più concretamente, le cose potrebbero essere andate anche molto peggio. E di lui non resterebbero che queste foto da dare in pasto ai social network di mezzo mondo.