Save the date | Blinking City + Giacomo Callo

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Di inviti ne arrivano continuamente, nella mia cassetta delle lettere.
Tlank. Lo sportelletto si chiude, la postina se ne va, e allora giù di corsa per le scale a dividere le bollette e le pubblicità dei kebabbari da cartonatissimi RSVP per sfilate, luccicanti offerte di partecipazione ad aperitivi pieni di bella gente, petulanti comunicati di mostre sperdute chissà dove.
Negli anni ci ho fatto l’occhio: questo sì, questo no, questo lo intervisto, guarda qua che spreco di carta… Si intuisce già dalla busta, ancora prima di aprirla.

Poi un giorno ti arriva una busta azzurrina e consumata. Sottile sottile, lisa dal tempo, scolorita dal sole come quelle riviste da anni in esposizione nei chioschi delle edicole. Sembra venire da un’altra epoca.
Sopra, oltre ai soliti indirizzi-timbri-francobollo, stampata in rosso, c’è l’immagine di quello che sembra un omino in tuta. In negativo un numero: 213. Poi una sigla: MAS. Il tutto seguito, dopo un grande +, da un sito web: blinkingcity.com.
Dentro, due cartoline con l’immagine di un palombaro, ancora in rosso. Sono cartoline numerate e firmate: 24/120 e 25/120. La firma dice Callo.
In basso le indicazioni per una mostra di cui online, a parte un evento su facebook, si riesce a scoprire poco.

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Quando tutt’attorno la comunicazione è urlata, quando anche per il più stupido degli eventi arrivano mail, messaggi sui social e telefonate, chi sceglie invece di farlo sottovoce fa ancora più rumore, perché riesce a toccare corde che hanno quasi perso l’abitudine a essere stimolate.

Vado su Blinking City, dunque, e scopro un bel sito che non conoscevo e che racconta, in inglese, di luoghi e gente d’Italia, tra fantasmi e diavoli toscani e interviste ad artigiani e visionari, gente che era “maker” prima che inventassero i makers.
Ancora più incuriosito trovo una mail e dei numeri di telefono ed è così che entro in contatto con Andrea Mignolo, che di Blinking City è il fondatore. E il sognatore.

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«Il progetto Blinking City nasce nel 2013 da una mia idea e coinvolge da subito due colleghi e amici, il produttore Luigi Schmid e il fotografo Gianluca Giannone. L’obiettivo è di formare nel tempo un collettivo artistico per esplorare le forme narrative dei nostri tempi. Cerchiamo nuovi modi di raccontare le storie di bellezza spontanea che scoviamo nelle città in cui viviamo. Storie di artisti, artigiani e persone comuni che ci conquistano con la loro creatività e passione. Abbiamo raccontato le storie di un signore di 83 anni che crea barche volanti, una fonderia ferma agli anni ’50, un artigiano che fa gli ombrelli a mano a Milano, un architetto che si è messo a fare occhi in plexiglass di ogni tipo e colore. Presto parleremo delle storie dietro il vino Barolo e di un simpatico robotino nello spazio, protagonista del nostro primo mini kolossal in stop motion ambientato in un futuro molto vintage», mi racconta Andrea.

E la mostra?
La mostra è dedicata a Giacomo Callo, che oltre a essere art director di Mondadori (mestiere mica da poco: «un compito immenso, pazzesco e davvero ammirevole», scrive di lui Federico Novaro) da anni produce anche libri d’arte in tiratura limitatissima sotto lo pseudonimo di MAS-213, come uno dei Motoscafi Armati Siluranti usati durante la II Guerra Mondiale.

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Che tipo di libri?
Mi spiega Andrea: «non sono libri scritti, ma libri di immagini che si richiamano, contrappongono e invitano lo spettatore a mettere in gioco i propri ricordi ed esperienze. I quattro titoli sono dedicati a temi diversi. La rappresentazione dell’architettura in tutte le sue forme (dagli annunci di Seconda Mano alle case della Bauhaus); le colonie estive per bambini abbandonate lungo l’Italia; i viaggi in autostrada e tangenziale e, infine, gli oggetti di design inconsapevole come i porta scotch o i temperamatite».

Mignolo, Giannone e Schmid su Giacomo Callo hanno anche girato un cortometraggio di 8 minuti intitolato Giacomo Callo: i libri del palombaro.
Il video sarà messo online tra un paio di settimane e verrà presentato in anteprima durante la mostra delle opere dell’art director.

L’esposizione, oltre al corto e ai libri realizzati come MAS-213, presenterà anche altri lavori: da un “alfabeto illeggibile” stampato su libri salvati dal macero (lavorare in una casa editrice, dopotutto, permette anche di fare piccoli atti di eroismo editoriale) fino a mappe fuori scala e cartoline, come quelle utilizzate per gli inviti.

Piccola chicca anche riguardo a queste ultime: stampate da Giacomo Callo in persona (da qui la numerazione e la firma), sono state spedite utilizzando buste originali che la Mondadori utilizzava per la comunicazione interna negli anni ’80 e ’90.

QUANDO: 6 novembre 2014 | 18,30
DOVE: Blinking City Studio | via Francesco De Sanctis 71, Milano | mappa | facebook

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