Il nuovo libro illustrato di Gaia Stella: e tu dove abiti?

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Milanese, classe 1982, illustratrice, Gaia Stella vanta un invidiabile curriculum di lavori, tra copertine per alcuni dei più prestigiosi editori italiani e libri illustrati. La sua ultima “fatica” — per quanto possa essere faticoso lavorare a ciò che si ama di più — è un picture book pubblicato il mese scorso dalla casa editrice svizzera La Joie de Lire e intitolato Et toi, où habites-tu?.

Rivolto ai bimbi dai 5 anni su, il libro nasce da quella curiosità infantile (ma i più fortunati se la portano dietro fino alla tomba) che ti fa camminare per strada col naso all’insù a sbirciare dentro alle finestre, a immaginare la vita che scorre in un salotto con la luce accesa di cui riesci a vedere solo il lampadario, l’angolino di una libreria, il verde di una pianta che s’affaccia.

«Il libro», mi ha raccontato Gaia, «è nato dalla voglia di disegnare vaste vedute di città diverse. Mi piaceva l’idea di offrire skyline di fronte ai quali immaginare cosa potesse accadere nelle case, strade, finestre che li componevano».

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E quand’è che arrivata l’idea?

È stata una visita a Danzica, in Polonia. Quando sono tornata ho disegnato la prima tavola che poi ha composto questo libro.
Mi avevano affascinato le facciate delle case, mi sembravano stranamente piatte, delle quinte da teatro, veniva quasi da controllare se dietro ci fosse davvero qualcosa.
Successivamente, quando mi girava in testa l’idea del libro, aver rivisto La finestra sul cortile di Hitchcock mi ha aiutato moltissimo a metterla a fuoco.
E infine dopo aver visto NY ho pensato che volevo far quadrare il progetto il prima possibile perchè dovevo assolutamente disegnarla!
Tutto il libro è stato anche un esercizio interessantissimo di osservazione e in particolare dell’architettura, bellissimo notare come cambia un mattone di New York da uno di Parigi.

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Nelle vedute delle città non ci sono monumenti famosi. È stata una scelta voluta?

Ho cercato di raccontare i luoghi evitando l’“effetto cartolina”, provando più che altro restituire l’impressione che ti lascia una città.
Per questo ho cercato il più possibile di omettere monumenti o luoghi simbolo (la Torre Eiffel a Parigi, per esempio) per dare priorità al “sapore” che resta di un luogo dopo averlo visto.

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Hai visitato tutte le città che hai illustrato nel libro?

No. In questo senso è risultato facile disegnare il mio “personale riassunto visivo” delle città in cui effettivamente ero stata, molto difficile invece sintetizzare quelle non viste. Continuavo appunto a rischiare di cadere nell’effetto cartolina.
Ho cercato di inserire il maggior numero possibile di città visitate, ma l’esigenza narrativa ha fatto cadere la scelta anche su tre posti in cui non sono stata.

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E come hai fatto?

La soluzione che ho trovato è stata ovviamente quella di fare un’ampissima ricerca iconografica tra foto, film e libri ma anche delle lunghissime “passeggiate” su Google Maps con la visione Street View, per cercare di acquisire una mia idea della città.
Spero abbia funzionato, ma forse si può avvertire quali sono quelle che non ho visto…
Questo aspetto invece abbiamo cercato di limitarlo nel testo dove sono presenti diversi cliché che vogliono essere indizi per aiutare chi legge ad orientarsi.

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Come mai un editore straniero? Avevi presentato il progetto anche a case editrici italiane?

Ho presentato l’idea del libro a La Joie de Lire a Montreuil, nel 2011. Si sono dimostrati interessati da subito, ci siamo accordati e dunque l’ho mostrato davvero a pochissimi altri editori.

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