I ragazzi di Studio Fludd ti insegnano a fare il baccalà coi peperoni e le melanzane.
Riccardo Guasco ti spiega cos’è il rabaton, rotolante specialità alessandrina.
Mauro Gatti immagina invece un club esclusivo in cui possono entrare solo le verdure per il classico minestrone (e la banana, poverina, resta fuori).
Gli stampatori artigianali di Anonima Impressori, poi, riescono a farti venire l’acquolina in bocca semplicemente con una manciata di letterone belle grandi capaci di evocare una bomba calorica dal sapore rassicurante come la cotoletta alla bolognese.
La progettazione grafica, l’illustrazione, il design condividono con la cucina concetti quali la composizione, il dosaggio, le texture, i contrasti, la ricerca della leggerezza o, al contrario, la tendenza a sovraccaricare di elementi un piatto/un’immagine.
A Munari — che con le sue Rose nell’insalata faceva sperimentare ai bambini narrazioni minime attraverso le forme nascoste nei vegetali, attraverso il caso, attraverso l’errore — probabilmente un libro come Spollo Kitchen sarebbe piaciuto.
Nato da un’idea della tipografia umbra CTS Grafica, il volume è frutto di una “chiamata alla arti” che ha coinvolto oltre 500 designer e illustratori, alle prese con la creazione di un visual per un piatto che fosse poi pure replicabile da un vero chef.
Tra tutti i lavori arrivati una giuria di qualità — formata da esperti dell’Aiap (Associazione italiana della comunicazione visiva) e dell’ADCI (Art Directors Club Italiano) — ne ha poi selezionati 100, sia italiani che internazionali, pubblicati poi nel libro, in uscita da Corraini il 24 ottobre, in concomitanza con una mostra milanese (la seconda: la prima è stata allestita a Roma a inizio ottobre) organizzata presso Frigoriferi Milanesi.
E in attesa di avere tra le mani il libro o andare alla mostra: buon appetito! Con gli occhi e con la bocca.