La rivincita di Superman

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Sentii parlare per la prima volta dei Velvet Underground in un libro dei Sonic Youth che comprai da ragazzino — all’epoca mica c’erano Google, Wikipedia… e se volevi sapere i testi, gli accordi e la storia di un gruppo dovevi comprare il libro, o fartelo fotocopiare dall’amico che ce l’aveva già; e non c’erano neppure gli mp3 da scaricare: dovevi prenderti il disco, la cassetta o il cd, oppure chiedere sempre al solito amico di fartene una copia.

Ma anche se non sapevamo ancora cosa fossero i link, li usavamo lo stesso: la nota di un libro era un link verso altre letture o nuovi ascolti, il disco di un gruppo mai sentito accanto a quello di uno conosciuto era un link, l’abilità da dj del fratellone di un amico, unita a una fornitissima collezione di lp, era un mare di link. E pian piano ti costruivi la colonna sonora della tua vita, ascolto dopo ascolto, libro dopo libro.

Quando iniziai a divorare i Velvet Underground, ad avventurarmi nella schizofrenica discografia di Lou Reed, ad innamorarmi del glaciale senso di morte che emanava dalla voce di Nico, in quel momento scoprii pure Laurie Anderson, quel minuscolo esserino dai capelli sparati che faceva strane cose con la voce e stava, chissà come (quello strano abbinamento lui/lei non l’ho mai capito del tutto), con quell’animale di Lou.

Laurie Anderson non è esattamente il tipo di personaggio che possa finire nella lista degli ascolti dell’italiano medio eppure quello stesso italiano medio ha inconsapevolmente ascoltato ed è rabbrividito per anni di fronte all’ossessivo capolavoro di elettronica, voce e sax intitolato O Superman, che nel nostro paese purtroppo è stato associato a una delle pubblicità più sconvolgenti di tutti i tempi, capace di spegnere le tempeste ormonali di un’intera generazione: la pubblicità sull’AIDS, quella con l’alone viola.

Fregandomene bellamente dell’alone — dopotutto gli incontri ravvicinati con l’altro sesso erano un problema che avrei voluto avere, all’epoca, ma che purtroppo non si presentava — rimasi stregato da quel pezzo.
Di che parlasse, non ne avevo idea. Ma da quel poco che capivo credetti raccontasse la storia di un Superman “normalizzato”, in depressione, l’ombra dell’invincibile superuomo che tutti quanti acclamavano. Un Superman che chiamava a casa per sentire la voce della madre adottiva ma al suo posto rispondeva la segreteria telefonica. E quando richiamava lei, pure rispondeva la segreteria di Superman (che immaginavo abitasse in completa solitudine in qualche anonima stanza in affitto in un palazzone metropolitano), mentre lui sempre più triste era impegnato a salvare il mondo.

E non c’era film che potesse farmi cambiare idea: per me da quel momento Superman divenne un eroe triste, vittima dell’incomunicabilità della società contemporanea.

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Quando qualche tempo fa dalla Mattel mi hanno spedito un pupazzo di Superman (subito requisito da mia figlia) dicendomi che il kryptoniano col mantello sarebbe stato lanciato ai confini dello spazio con una sonda, nella mia testa è subito iniziato a risuonare l’opprimente oh oh oh della Anderson. Ma poi ho immaginato che forse era arrivato il momento di liberarmi da quell’immagine angosciosa.

Superman si sarebbe liberato. Superman avrebbe volato davvero. Superman nello spazio, mandato là dove è già stato Baumgartner e la stratosfera diventa cosmo da La scatola dei giocattoli.
D’accordo non lui in persona, un suo fantoccio. Ma i riti servono proprio a questo: si usa il simbolo perché l’effetto ricada sulla persona, in questo caso sul supereroe. E più di tutti su di me: dopotutto è nella mia testa, nella mia errata interpretazione della canzone, che Superman è imprigionato.

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Il decollo è previsto a fine ottobre. Verrà filmato e documentato tutto il viaggio, su fino a 29 km dalla superficie terrestre, con una navicella progettata appositamente (c’è pure un tutorial per costruirne una con i tuoi pargoli, se ne hai).

La missione spaziale potrai seguirla anche su Facebook, Twitter e Instagram.
Verrà documentato anche il ritorno sulla Terra. Integro, si spera. Altrimenti alla invincibilità, che già davo per spacciata, chi ci crederà più?
In sua assenza, in attesa che lo recuperino, se cercate Superman dovrete accontentarvi della sua segreteria telefonica.

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