Grazie allo spauracchio incombente della sua smaterializzazione forse non si è mai parlato tanto — dentro e fuori dai confini della cultura — del libro come oggetto o, meglio dell’oggetto-libro.
C’è chi non vede come un problema il cambio di supporto; chi è già pronto a rinunciare per sempre alla carta, alle librerie, ai comodini e agli scaffali di casa pieni di titoli; chi imputa al passaggio ai pixel la morte prossima ventura del libro come “dispositivo culturale”, della letteratura tutta, della storia, del sapere e dell’essere; e poi c’è chi — i più — un’idea precisa, definitiva e granitica non se l’è ancora fatta e semplicemente se ne sta immerso tra le mille e ancora mille sfumature di grigio (alto che 50) e si gode il dibattito: ché parlar di libri, anche in maniera accesa, anche senza alcun punto d’arrivo all’orizzonte o soluzioni ragionevoli e condivisibili, non è mai tempo perso.
L’oggetto-libro, fino a oggi considerato la più perfetta e duratura tra le tecnologie inventate dall’uomo, unione quasi divina tra il contenuto e la forma, è in trasformazione. Ma tra l’eccitazione degli entusiasti e i musi lunghi dei depressi c’è chi ha pensato di dedicare un libro… al libro, raccogliendo il punto di vista di oltre 30 pesi massimi della cultura e dell’arte contemporanea proprio riguardo al libro come oggetto.
The Thing Book, un grande volume da toccare e sfogliare e annusare (niente ebook quindi, almeno per il momento) è un progetto di Jonn Herschend e Will Rogan, i fondatori di uno dei più strani e geniali periodici in circolazione, The Thing Quarterly, un trimestrale su abbonamento che per ogni uscita chiede a un personaggio del mondo dell’arte, della moda, della musica, del cinema o della letteratura di pensare a un oggetto che oltre ad avere un qualche uso possa essere letto.
Due esempi significativi: l’immaginario monologo della tenda da doccia del celebre scrittore americano Dave Eggers stampato appunto su una tenda da doccia (The Thing Quarterly nº16) e un breve saggio sul ciclo del pianto inciso su un tagliere per cipolle (The Thing Quarterly nº10).
Tornando al libro, tutti gli ospiti (tra cui Rick Moody, Jonathan Lethem, Miranda July, Ed Ruscha, John Baldessari, Martin Creed) hanno provato a rispondere a una domanda spaccameningi come “cos’è esattamente un libro?” e a ciascuno di loro è stata assegnata una parte fisica del volume, compresi nastri-segnalibro, note e piatto della copertina.
A dimostrazione che il libro, come oggetto o meno, è tutt’altro che morto.