Vero e proprio personaggio chiave della scena artistica (non solo) americana e (non soltanto) street, Zio Baritaux ha scritto per storiche riviste d’arte, ha lavorato nel ormai defunto magazine di Shepard “Obey the Giant” Fairey e Roger Gastman, Swindle, e tuttora collabora con due tra le più importanti testate indipendenti in circolazione: Sang Bleu e Bullett.
Dopo aver curato libri e mostre dedicate alla street art attualmente la Baritaux ha un’agenzia creativa che si occupa anche di autoproduzioni editoriali.
Strange Plants è il primo libro prodotto dall’agenzia. Un volume interamente dedicato all’arte di “fare arte” con le piante, che si sviluppa attraverso una serie di interviste a 25 artisti che raccontano il ruolo che hanno i vegetali sia nella loro vita che nella loro produzione artistica.
Tra chi usa il “verde” già esistente, chi crea piante ad hoc, chi assembla, chi dipinge, chi disegna, chi fotografa, chi filma, chi scolpisce, chi tatua, chi fa collage, il libro (s)copre e racconta a suo modo la “linfa vitale” che accomuna o differenzia gli artisti che hanno partecipato al progetto (alcuni presentando lavori realizzati appositamente per l’occasione).
Da segnalare anche il fatto che il design editoriale è a cura di Folch Studio — agenzia creativa di Barcellona di cui parliamo piuttosto frequentemente, qui su Frizzifrizzi — che ha preso ispirazione dai vecchi libri di botanica e dall’evocativa pratica di mettere fiori e foglie dentro ai libri per pressarli e farli seccare per poi ritrovarli magari anni dopo, quando meno te l’aspetti, come un pezzetto di passato (tuo o altrui) che viene a trovarti dalle pagine di un vecchio volume: allo stesso modo, dentro a Strange Plants, sono infilati tre adesivi floreali da appiccicare, volendo, dentro alle apposite cornici in rilievo sulla copertina.