Le cartoline popup e incise al laser di Porigami

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Fino a qualche anno fa il viaggiatore appena tornato, fosse anche da una brevissima gita fuori porta, costringeva gli amici a stare seduti sul divano, dopo una apposita cena, fingendo entusiasmo mentre erano costretti a sorbirsi le sue 500 e più foto, con tanto di racconto saputo delle cose che propriononontelepuoiperdere.

Ora la stessa danza va in scena su Facebook e Instagram (per gli individui più evoluti), ma almeno l’odierno amico non è costretto a stare lì a fingere entusiasmo. Guarda le foto se meritano sul serio, se non ha di meglio da fare, se vuole ridere per quello strano copricapo indossato dalla compagna dell’amico, quella nuova, che proprio non sopporta.

C’è chi però trova modi più interessanti e ingegnosi per raccontare un viaggio appena fatto e raccomandare le cose da non perdersi.
Sto parlando della designer ceca Tereza Hradilkova, che ha dato vita al brand Porigami: Pori è il soprannome di Tereza dalla sua infanzia e Gami (= Kami) in giapponese indica la carta. Il nome vuol essere un segno di rispetto verso la cultura tradizionale giapponese della carta.

Con questo marchio Tereza crea — anche grazie all’aiuto di Kumi Kobayashi, un produttore incontrato a Tokyo durante il suo soggiorno — articoli di carta come Popup Cards, delle vere e proprie installazioni di carta, che riproducono i punti salienti della metropoli giapponese come il Tokyo Dome, il tempio Senso-ji e la torre Skytree, ma anche i meno noti distretti di Yanaka o il palazzo Prada a Omotesando.
Oltre a Tokyo, ci sono anche quelle di Hong Kong e Praga.

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