Mi piace da sempre immaginare il percorso di una persona tratteggiato a matita su una mappa. Mi riferisco al percorso fisico da un luogo all’altro che ci fa spesso girare come trottole a spasso per il mondo. Capita che ci sfioriamo, per un soffio ci evitiamo, poi finalmente ci incontriamo.
La prima volta che ho respirato la sensibilità artistica di Elisa Talentino risale a diversi anni fa, quando studentessa, a Torino, ho portato a casa una cartolina del laboratorio creativo Inamorarti, che Elisa ha fondato con l’artista e grafico Paolo Berra.
La cartolina raffigura delle gambe, che la mia testa associa a romantici saltinbanchi, ed è ancora tra i miei libri, in Italia.
Non tanti mesi fa, proprio qui su Frizzifrizzi, leggo di una mostra: si chiama le jardin d’hiver e a me sembra proprio di riconoscerlo quel tratto. A Torino non ci posso andare ma cerco un contatto di Elisa e confermo che il click scattato nel mio cervello, spesso stralunato, è proprio vero: stiamo parlando della stessa persona.
È sempre lei la protagonista di una mostra, ma questa volta a Berlino, presso il Supalife Kiosk, un punto riferimento per i cultori dell’arte grafica e della stampa serigrafica, nel raffinato quartiere di Prenzlauer Berg.
Da Torino a Berlino, questa volta la geografia è dalla mia parte.
La personale di Elisa Talentino si intitola Ich bin aus Federn gemacht (sono fatta di piume) e visitandola è impossibile non avvertire la leggerezza poetica del tratto delle sue illustrazioni, proprio come quella delle piume nel loro lento depositarsi al suolo. È davvero poesia.
Esposte ci sono le stampe del suo ultimo lavoro, le jardin d’hiver appunto, ma anche quelle ispirate alle divinità pre-cristiane, dove le dee sono eteree e impalpabili, anche nel momento in cui, per esempio, cercano di spiccare il volo.
E vola anche la fantasia, accompagnata dal filo rosso dei capelli delle donne, femminili e sognatrici anche quando percorrono il loro faticoso processo di liberazione dall’uomo. Loro si vestono di piume per spiccare il volo.
Parliamo ancora di libertà, io e Elisa, ma davanti a un kompot di frutta da Katulki, un café italo-polacco a Neukölln. Questa volta la libertà è intesa come abbandono dei tecnicismi, del virtuosismo tecnico ad ogni costo, come percorso per sdoganare la propria creatività. È così che si è evoluta anche la sua arte.
Elisa Talentino non è nuova a Berlino: ci viene dal 2009 e al Supalife Kiosk, dove i suoi lavori sono in mostra per tutto il mese di luglio, ormai è di casa. Ama questa città perché pulsa di creatività e in qualche forma, attraverso le sue stampe, la abita già… ma con questa personale sarà di sicuro, d’ora in poi, sempre la benvenuta.