Togli il commento dei telecronisti, togli le urla dei tifosi, gli striscioni, le trombette, le vuvuzelas, gli eventuali Gennaro a’carogna a cavalcioni sulle grate. Togli gli onnipresenti loghi degli sponsor, le fantascientifiche telecamere che dall’alto non si perdono il minimo dettaglio.
Togli pure le gradinate tutt’attorno. Togli l’erba, il cielo, l’arbitro. Togli addirittura i giocatori.
Quel che resta è pura geometria: la porta, le linee del campo, le traiettorie dei palloni, i movimenti dei giocatori. Poesia del minimalismo, celebrata dal graphic designer inglese Rick Hincks attraverso una serie di poster che mostrano le azioni, i gol, i momenti decisivi del calcio.
Hincks ha iniziato con le squadre della Premier League per poi iniziare a “immortalare” i mondiali, sia le partite storiche (dal Gol del secolo di Maradona contro l’Inghilterra ai quarti di finale di Messico ’86, alla rete all’incrocio dei pali segnata da Del Piero nel 2006 in semifinale contro la Germania), che quelle attuali — con un lavoro quasi last minute arrivato finora al barbatrucco del cambio di portiere di Van Gaal per i rigori di Olanda – Costa Rica.
E c’è anche il morso di Suarez!