Nella nostra pluri-condivisa Guida intergalattica per giovani illustratori, da grande professionista e da ottimo maestro qual è, Alessandro Gottardo consigliava ai giovani aspiranti illustratori di realizzare un portfolio di almeno una ventina di immagini, imparando a utilizzare le metafore, esercitandosi su articoli già usciti per provare a darne un’interpretazione/commento a livello di immagini e lavorando su diverse tipologie di illustrazioni per rendere il portfolio più vario e dunque più adattabile alle esigenze del potenziale cliente.
Consigli del genere, fatti i dovuti distinguo, ovviamente non valgono soltanto per l’illustrazione ma possono essere opportunamente “tradotti” anche per le altre arti visive e per il design. Ma bisogna pur dire che, soprattutto negli ultimi anni, ha acquistato sempre più importanza un ulteriore discriminante capace di far fare ad un buon portfolio quel classico “gradino in più” e di rendere più efficace anche il materiale poco più che discreto (no, in caso di pessimi lavori non esiste niente che possa far miracoli!): la presentazione o, meglio, le modalità creative utilizzate per rendere una raccolta di lavori qualcosa di indimenticabile.
Prova a far mente locale: quali sono i portfolio più condivisi in rete, quelli che si diffondono come alla velocità della luce in tutto il mondo, blog dopo blog, social dopo social, like dopo tweet? Quelli che si distinguono dalla massa non solo in quanto a contenuto — dopotutto il mondo è pieno di bravissimi artisti e professionisti del settore creativo, ogni giorno gli art director sono sommersi dall’eccellenza e per trovare qualcuno più bravo di te basta un click — che si distinguono, dicevo, non solo per il contenuto ma anche per la forma con cui vengono presentati.
E se a volte è questione di “effetti speciali” e ore e ore di lavoro, altre volta basta una piccola, semplicissima intuizione a costo zero per trasformare un buon portfolio in un portfolio difficile da dimenticare.
Quattro anni fa, sull’argomento, è uscito un libro, Flaunt, che raccoglieva esempi e consigli per realizzare un portfolio efficace.
Ora di quel libro sta per arrivare la seconda edizione aggiornata (pur sapendo che davvero impossibile star dietro ai tempi della rete) e gli editori stanno raccogliendo materiale.
Quindi se hai nel cassetto un portfolio davvero memorabile puoi provare a inviarlo per far parte di quegli “ottimi esempi” a cui nei prossimi anni i giovani creativi si ispireranno.
le foto si riferiscono al primo volume di Flaunt, che si può acquistare online sia in forma cartacea che come pdf