In soli tre numeri—più il canonico issue zero—Gourmand è diventato uno dei migliori magazine a tema gastronomico del mondo. E non è poco visto quanto è affollato attualmente il panorama.
Ma dove altro la trovi una rivista che va a scomodare addirittura uno dei mostri sacri del graphic design del ‘900, Milton Glaser, per farsi raccontare The Underground Gourmet, una guida ai migliori ristoranti economici di New York che negli anni ’60 diventò un fenomeno di culto, realizzata per sei anni consecutivi da Glaser insieme all’illustratore e graphic designer Jerome Snyder (primo art director di Sports Illustrated), poi diventata rubrica fissa (esiste ancora oggi) su New York Magazine, di cui tra l’altro Glaser fu tra i fondatori.
Oppure la storia della famosa scarpa—uno stivalettoche il regista Werner Herzog si mangiò nell’80 dopo aver perso una scommessa col suo collega Errol Morris: il loro amico Les Blank, un filmmaker specializzato in documentari scomparso nell’aprile di quest’anno, su quello scarponcino cucinato da una cuoca di Berkeley (5 ore di cottura nel grasso d’oca per renderlo, invano, più soffice), ci girò un documentario.
O ancora: editoriali fotografici dove il cibo diventa un omaggio all’architettura italiana classica; una sorta di penitenziagite culinar-fotografico ispirato al rito francese (ora fuorilegge) dell’Ortolano, che consisteva nel mangiare un piccolo uccelletto (chiamato appunto Ortolano) dopo averlo catturato, fatto ingrassare a forza e affogare nell’Armagnac. La vera chicca consisteva nel modo di consumare il volatile: chi lo mangiava—ossa comprese—si metteva un tovagliolo di lino sopra la testa, ufficialmente per preservare gli aromi, ufficiosamente per nascondersi da Dio.
Se questo, che è solo una piccola parte di ciò che troverai sul terzo numero di Gourmand, non fosse sufficiente per stuzzicarti l’appetito la curiosità e fartene acquistare una copia allora te li meriti i foodblogger che sciamano come cavallette a mettere su Instagram tutto quel che mangiano. Persino la scarpa di Herzog, ne avessero occasione.