La mia brevissima carriera universitaria ha dovuto fare a meno dell’esperienza-Erasmus.
A differenza di tutti quegli studenti che hanno partecipato al programma di scambi —nato nell’87 su idea di un giovane studente ed europeista convinto, Franck Biancheri, che a soli 24 anni fondò la prima associazione studentesca europea e convinse l’allora presidente francese Mitterandt a sponsorizzare il suo progetto, per il quale prese in prestito il nome da Erasmo da Rotterdam — non ho avuto il piacere di fare tutto quello che fanno di solito gli “erasmusini”, tipo vomitare alle 3,00 del mattino in terra straniera in compagnia di un piccola pattuglia di compatrioti intenti a fare allucinanti mischioni alcolici o ballare musica di merda sui tavolini di un locale del centro per la super-classica “serata Erasmus”. Anche solo per questo, senza contare i benefici più istituzionali tipo scoprire usi e costumi differenti dai propri, imparare una lingua e allacciare contatti, mi sento un uomo a metà.
Ad oggi sono oltre 3.000.000 gli studenti che negli ultimi 25 anni hanno partecipato al programma, che l’anno prossimo evolverà nell’Erasmus+, con uno stanziamento di budget di ben 16 miliardi di Euro in sei anni da parte dell’Unione Europea (la discussione definitiva del progetto è prevista per il mese prossimo a Bruxelles).
Ed è utilizzando i dati istituzionali a disposizione due studenti dell’Università di Potsdam, in Germania, hanno realizzato una mappa interattiva che comprende tutte le quasi 3000 università che fanno parte del programma e, nel dettaglio, il flusso di scambi tra i primi 100 istituti, in modo tale da rendere chiaro anche con un solo colpo d’occhio quali sono le principali destinazioni, in uscita, o da dove vengono, in entrata, coloro che vanno a studiare all’estero grazie all’Erasmus.
Oltre alla mappa — stile compagnia area — la seconda parte del sito approfondisce le ragioni della scelta di un Paese piuttosto che un altro, mettendo in luce tre parametri: la temperatura, il costo della vita e la distanza dal Paese d’origine.
Sul numero delle vomitate alle 3,00 del mattino non ci sono notizie. Almeno per ora.
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