Si autodefinisce una “rivista delle curiosità” ma non aspettarti di trovarci rubriche tipo il celeberrimo “strano ma vero” de La Settimana Enigmistica.
Fondato da un collettivo di giovani artisti greci, capitanati dal fotografo Chris Kontos (che una volta aveva un blog chiamato appunto Journal of curiosities), Kennedy Magazine è più che altro una raccolta di gente/storie/esperienze curiose. O meglio: interessanti. Il primo numero mette insieme contenuti tra i più disparati, da un viaggio fotografico che parte da New York e si conclude nelle Barbados a un’intervista all’unico libraio che c’è sull’isola di Santorini, che fa lo scrittore e ha un talento unico per mettere i nomi alle sue attività: stando su un’isola la sua libreria l’ha chiamata Atlantic Bookshop e la sua casa editrice Paravion Press…
E ancora: interviste ad artisti come Olaf Breuning ed ed Erwin Wurm, a musicisti come lo storico dj e producer inglese Andrew Weatherall, nonché un figlio d’arte sui generis come Eddie (figlio di Ed) Ruscha.
Il primo numero di Kennedy (il nome—nonostante i fondatori sostengano sia uscito fuori in maniera più o meno casuale—in qualche modo riallaccia il legame post-mortem tra JFK e la Grecia, via Onassis e Jacqueline Lee Bouvier) si apre con una copertina “trasparente”, nel senso che invece di fare il suo dovere—che in quanto copertina è quello di coprire—rivela quel che c’è dentro fungendo da indice, per poi continuare con una massima dello scrittore inglese Gilbert Keith Chesterton che recita: «al mondo non esistono argomenti poco interessanti; possono esistere solo persone poco interessate»
Se non basta questo a fartene prendere una copia da mettere sul tavolino caffè…