
acrilico su tela, 50×65 cm, 2008
Il bello della realtà è che ha diversi piani di lettura: là dove tu vedi un’ammucchiata di numeri e segni, un matematico trova la dimostrazione di una congettura o magari un crittografo legge un messaggio sapientemente occultato; se tu per vedere un mucchio di zombie ti piazzi davanti a Walking Dead, c’è invece chi di zombie ne vede ogni giorno tutt’attorno—me e te compresi—semplicemente lavorando sulla percezione e la coscienza di sé—Matrix dopotutto non è che una trasposizione, anzi una semplificazione hollywoodiana in chiave cyberpunk, di un pensiero che dalle filosofie orientali ai pitagorici greci per arrivare allo gnosticismo e al cristianesimo mistico, fino alla cosiddetta “quarta via”, ha attraversato la storia dell’umanità, e serissimi scienziati stanno oggi provando a dimostrare o confutare la teoria in base alla quale l’intero universo che conosciamo non sarebbe che una simulazione.

Saper leggere tra le righe—di un messaggio, di un atteggiamento, di un’opera o della vita e del cosmo nella loro totalità—è una facoltà che comporta fatica, tempo e sudore per essere acquisita. E ogni qual volta si riesce a squarciare un velo eccone un altro, mimetizzato da sfondo per non essere percepito, ad oscurare quel che c’è dietro.
Il premio per chi lavora sodo su di sé è il poter raggiungere il punto in cui semplicità e complessità si toccano, il tempo smette di scorrere in una sola direzione, l’armonia è purezza, ed ogni cosa semplicemente è. I buddisti lo chiamano nirvana, i cristiani estasi.
L’arte, nel suo interrogare chi ne fruisce a proposito di sé e sul mondo, è uno degli strumenti principali per squarciare i veli.
Ma talvolta è l’arte stessa ad ammantarsi di mistero, ricoprendosi, strato su strato come una cipolla, di molteplici piani di lettura. Scoprirli significa compiere simbolicamente un rito d’iniziazione, allenarsi a decrittare la realtà.

Tra gli artisti contemporanei che giocano sul concetto di arte come mistero, seppur rileggendolo in chiave umoristica e pop surrealista, c’è Rubenimichi, che tanto per complicare le cose in realtà non è un singolo individuo ma un micro-collettivo formato da tre artisti spagnoli che giovedì prossimo saranno in Italia per una personale intitolata Anima Mundi, curata dalla SOLOMUTT, la splendida galleria che Pietro Solo e Pietro Sedda hanno allestito nel negozio di tatuaggi di quest’ultimo.
Tra simboli massonici, esoterismo, citazioni alla pittura pre-raffaellita e fiamminga, oscure scene bucoliche e cupo umorismo, Anima Mundi è una mostra da non perdere, anche soltanto per la sfida che pone allo spettatore: saper riconoscere gli omaggi e i messaggi disseminati tra le opere e magari spingersi un po’ più in là, provando a squarciare almeno qualcuno dei suddetti veli (metaforicamente, non portarti il coltello da casa…).
Anima Mundi
QUANDO: 17 ottobre – 2 novembre 2013
OPENING: 17 ottobre | 19,00
DOVE: SOLOMUTT | via Carlo Tenca 10, Milano | mappa | facebook