Cos’è il Choosatron

Checché ne dicano i puristi della carta o gli entusiasti del formato ebook, leggere in analogico o in digitale… sempre leggere è. Cambia il materiale—e dunque l’impatto tattile, la tascabilità, il volume di informazioni che è possibile portarsi dietro—e cambia il modo di prendere appunti, fare le orecchie o mettere i segnalibri ma la sostanza rimane la stessa.

Ad evolvere, semmai, sono le possibilità narrative che offre l’ipertesto, cioè la possibilità di collegamento tra più documenti attraverso una serie di parole chiave. E anche qua niente di nuovo: quelle parole chiave sono i link e il web si basa proprio su questo, sull’ipertesto, quel famoso HTML (HyperText Markup Language) pieno di <>/”” che spaventa i non iniziati alle meraviglie del codice.

Ma l’ipertesto a sua volta arriva dalla necessità della comunità accademica e scientifica di agevolare i rimandi tra una pubblicazione e l’altra, tanto che già nel ‘500 un certo Agostino Ramelli, ingegnere ed inventore italo-svizzero che nel 1588 dedicò al re di Francia la sua prima ed unica pubblicazione dall’allucinante e non certo succinto titolo di Le diverse et artificiose machine del Capitano Agostino Ramelli Dal Ponte Della Tresia Ingegniero del Christianissimo Re di Francia et di Pollonia: nelle quali si contengono uarij et industriosi Mouimenti, degni di grandißima speculatione, per cauarne beneficio infinito in ogni sorte d’operatione.
Nel suo libro, tra decine di macchine “normali”, ce n’era una che in seguito venne considerata come la prima macchina per ipertesti della storia, il “comodissimo” Leggio Rotante, grazie al quale poter consultare contemporaneamente un buon numero di volumi.

Torniamo al presente.
Nonostante il linguaggio HTML sia ormai diffuso da più di trent’anni, il mondo della letteratura ha raramente approfittato dell’occasione e a parte le sperimentazioni di un profeta dell’avant pop come Mark America (vedi ad esempio la sua Hypertextual Consciousness) c’è ben poco altro da segnalare.
Eppure, già prima, dell’esplosione del web in tutto il mondo, c’era già chi provava a praticare l’arte del link direttamente su carta, a partire da tutta una serie di romanzi che, seppur non tecnicamente ipertesti, lo sarebbero di certo diventati fossero nati solo qualche anno più tardi (ce ne sono alcuni raccolti in un bel post uscito sul sito Storia Continua.

Per non parlare dei Libri game, vere e proprie storie piene di link dove il lettore diventava giocatore e viveva l’avventura prendendo decisioni che lo rimandavano avanti e indietro all’interno del libro, verso tutta una serie di finali, morte violenta compresa. In Italia arrivarono verso la fine degli anni ’80, parallelamente alle storie a bivi che uscivano di tanto in tanto su Topolino, per poi praticamente scomparire dagli scaffali nemmeno dieci anni dopo, nonostante illustri “antenati” come il celeberrimo Il giardino dei sentieri che si biforcano di Borges, le sperimentazioni con la tree literature del gruppo francese Oulipo, di cui facevano parte anche due maestri della cosiddetta letteratura combinatoria (in cui il dietro le quinte della narrazione viene messo in evidenza ed il testo viene affrontato al pari di un gioco) come Queneau e Calvino o ancora le Tante storie per giocare di Rodari, in cui l’autore proponeva per ciascuna tre diversi finali ed incoraggiava il lettore/ascoltatore (le storie nacquero infatti per un programma radio andato in onda dal ’60 al ’70) ad inventarsene di nuovi.

Solo oggi, complici i tablet e la relativa facilità con cui un autore oggi può permettersi di auto-pubblicare un ebook a costi irrisori, si ricomincia a sperimentare e ad adattarsi (non ancora a forzare, come invece fecero gli “antenati” di carta) alle possibilità offerte dalla tecnologia. E si inizia a parlare di romanzo digitale aumentato.

Ma c’è pure che decide di innestare le nuove tecnologie nell’analogico. Ed ecco allora il Choosatron, apparecchio dall’aria simpatica inventato da Jerry Belich, uno sviluppatore software di Minneapolis che in passato ha avuto l’onore di lavorare con un mostro sacro della letteratura come Ray Bradbury per gli effetti digitali della messa in scena teatrale, nel 2002, di Fahrenheit 451.
L’idea nasce come omaggio a due tra le più grandi passioni d’infanzia di Belich, i videogiochi arcade e i libri game. Realizzato con appena un centinaio di dollari, il Choosatron consiste in una macchina nella quale è possibile caricare attraverso il wi-fi tutta una serie di storie interattive (si scaricano gratis dal sito ma attraverso un software chiamato Twine è possibile pure crearsene di proprie) e “giocarle” dal vivo, mentre la macchinetta stampa in diretta il testo su normalissimo nastro da scontrini.

Choosatron è attualmente su Kickstarter per la fase di raccolta budget—che è stato più che triplicato—e a breve inizierà la produzione vera e propria, in comodi kit da montare a casa per i nostalgici dei primi adventure game su computer, dei libri game e della letteratura aumentata dal sapore retro.

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