Save the date | Fruit, Focus on Contemporary Art

Dopo due edizioni “canoniche” (l’ultima delle quali ampiamente coperta dal sottoscritto con una serie di post alla scoperta delle giovani realtà italiane dedite all’autoproduzione editoriale), il festival/mostra sul self-publishing Fruit torna con un appuntamento speciale all’interno di uno degli eventi più importanti—a livello internazionale—del panorama culturale bolognese: Artelibro, il festival sul libro d’arte che quest’anno compie dieci anni.

Il nobile intento di Fruit è di innestare all’interno di una realtà consolidata come Artelibro un arbusto rigoglioso come quello dell’autoproduzione indipendente, che sta vivendo un periodo di grandissimo fermento grazie alla passione di realtà spesso giovanissime e alla (gran)cassa di risonanza del web che permette di farsi conoscere in tutti il mondo, riuscendo a distribuire prodotti pensati per tirature piccolissime in decine di librerie e negozi specializzati anche oltre-confine, riuscendo a volte persino ad intercettare un pubblico che va oltre quello degli appassionati e degli addetti ai lavori.

E proprio qua sta il punto. Fanzine e simili, oggi come trent’anni fa, sono roba per iniziati, il che significa che spesso chi acquista fanzine o riviste autoprodotte è chi a sua volta produce fanzine e riviste autoprodotte. Il perché è evidente: l’attenzione dei media mainstream, tranne qualche caso isolato, è molto bassa. In maniera inversamente proporzionale a quella che è invece la resistenza di molti di coloro che lavorano (quasi sempre per pura e semplice passione/vocazione ed in aggiunta ad un mestiere “normale”) nel settore, che ci tengono a rimanere fenomeno di nicchia, quasi ne andasse della loro stessa identità. Niente di male a pensarla in questo modo, intendiamoci. Vedere un proprio prodotto realizzato con amore, sudore e cura maniacale finire nelle mani di un cretino che non riesce ad apprezzarne il valore non piace a nessuno.

Ma se lo scopo è quello di vendere ciò su cui si è lavorato tanto è fondamentale aprirsi al pubblico, avere la pazienza (senza per questo doversi re-inventare pr, il terrore di chiunque non abbia l’attitudine alla comunicazione) di spiegare ai non iniziati un prodotto culturale complesso come una fanzine o una rivista d’autore: cosa c’è dietro, quale e quanto lavoro, da dove arriva, come funziona. E invece troppo spesso le fiere e i festival—nati proprio per intercettare un pubblico potenzialmente interessato ed offrigli nello stesso posto e nello stesso momento tutta una serie di versioni e visioni diverse del medesimo fenomeno culturale—diventano occasione di scambi tra soli addetti ai lavori.

Il mio augurio è che una realtà come Fruit, che ormai ha—come si suol dire—ingranato la marcia e si appresta a diventare un punto di riferimento a livello nazionale in una città come Bologna che del fumetto e dell’illustrazione può considerarsi la capitale, riesca nell’intento di allargare il respiro del fenomeno self-publishing, non in termini geografici (gli appassionati girano per fiere ed eventi in tutta Europa) ma culturali, con la consapevolezza che se da una parte non c’è alcun bisogno (e non sarebbe neanche realisticamente possibile) di farlo diventare un fenomeno di massa, si può comunque lavorare ancora molto per espanderne i confini.
E un aiuto puoi darlo anche tu: ci vuole poco a portare un amico che non ne sa niente di autoproduzione editoriale ad un appuntamento come Fruit. Una volta lì, inizia a far domande, domande, domande… È così che si scavalcano le frontiere: domande e risposte, domande e risposte. E un sorriso. Che, per quanto mi riguarda, andrebbe reso obbligatorio per legge.

QUANDO: 19 – 22 settembre 2013
DOVE: Palazzo Re Enzo | p.zza del Nettuno 1, Bologna | mappa | facebook | @fruitexhibition

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