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© Marco 'Sfrevol' Montanari, 2013

Per citare in modo blasfemo un vecchio adagio biblico: le vie del disegno sono infinite. Te ne accorgi solo quando hai davanti un Artista con la A maiuscola. O un bambino. A entrambi poco importa se non ci sono pennarelli, inchiostri o vernici a portata di mano. Se vuoi disegnare, disegni. Con quello che c’è. Bastano un sasso o una foglia verde-primavera strappata da un rametto. Oppure un paio di forbici e magari un po’ di nastro colorato. Con il nastro non puoi fare le curve? E allora vorrà dire che andrai di spigoli (che hai contro gli spigoli? Hai giocato per anni a videogames senza curve, quando la risoluzione degli schermi permetteva solo quadratini, prima in b/n poi a 4 colori, poi a 16… E lasciava all’immaginazione il compito di aggiungere i dettagli).

Niente curve—No Curves. E se è addirittura la fisica ad impedirti di fare qualcosa puoi sempre ribaltare le carte in tavola e trasformare uno scoglio in un’estetica, un marchio di fabbrica. Un gesto politico, addirittura.

«Lor signori, io rinuncio alle curve»
[in sala un vocio tra l’ammirato e l’indignato] «ooooh»
«Esimi, si può svoltare anche con una retta, un segmento, ed io ve lo dimostrerò»
[e giù tutti a controllare i manuali di geometria euclidea, i sussidiari, i test di scuola guida; c’è perfino chi telefona a Parigi:] «Sia così gentile da passarmi il presidente della Conferenza Generale dei Pesi e delle Misure, madame. E’ questione della massima urgenza, s’il vous plaît».

Ma niente. Se uno si mette in testa una cosa e poi s’infila i suoi occhiali scuri c’è poco da lagnarsi e recriminare. Soprattutto se ti dimostra che delle curve se ne può fare tranquillamente a meno. Che è un po’ la storia di No Curves, nome d’arte di un rectomane (o gurofobico, dipende dalle interpretazioni) che ha ormai rinunciato al suo nome (troppo umano, troppo curvo) e da anni si fa conoscere in tutto il mondo per i suoi colpi di nastro, dalle strade—dove con un intreccio di linee modificava i faccioni dei manifesti—alle gallerie, passando (rigorosamente in linea retta) per collaborazioni con riviste e marchi commerciali.

© Marco 'Sfrevol' Montanari, 2013

«Vogliamo vederti alle prese coi ritratti, caro il nostro dritto» disse la folla di spett.li, insigni ed illustr.mi.
«Non c’è problema. Disegnerò i miei maestri. E li farò… così» estraendo di botto dalla tasca un nastro rosso fuoco e spaventando i pusillanimi con un solo strappo scraaaaatch.
[con un balzo indietro il consesso di eminenze si ritira nell’ombra, assistendo in diretta al comporsi di quei ritratti essenziali. Munari, Le Corbusier, Gaudì, addirittura Kubrick si costruiscono pian piano da quell’intreccio colorato e privo di rotondità alcuna—l’eresia si compie davanti ai loro occhi—e, sacrilegio!, la stratificata complessità di quei volti spezzettati li mostra per quel che sono: ritratti della mente. Qualcuno sviene, altri iniziano a girare in tondo per cercar conforto nella geometria del cerchio. Qualche egregio trombone prende di nuovo la cornetta e prova a farsi passare addirittura Freud dal centralino].

Ho citato Munari, Le Corbusier, Kubrick e Gaudì. Ma stasera, al vernissage della personale di No Curves, curata da Francesca Holsenn presso la AvantGarden Gallery di Milano, ci saranno anche i ritratti di Ettore Sottsass, Giò Ponti, Philippe Starck, Fabio Novembre, Katsuhiro Ōtomo e Fortunato Depero. Quelli che No Curves riconosce come suoi maestri, tutti realizzati con il nastro e—ormai avrai capito—senza curve.

QUANDO: 21 marzo – 27 aprile 2013
OPENING: 21 marzo | 18,30
DOVE: AvantGarden Gallery | via Cadolini 29, Milano | mappa | facebook

© Marco 'Sfrevol' Montanari, 2013
© Marco 'Sfrevol' Montanari, 2013
© Marco 'Sfrevol' Montanari, 2013
© Marco 'Sfrevol' Montanari, 2013
© Marco 'Sfrevol' Montanari, 2013
© Marco 'Sfrevol' Montanari, 2013
© Marco 'Sfrevol' Montanari, 20133
© Marco 'Sfrevol' Montanari, 2013
© Marco 'Sfrevol' Montanari, 2013
© Marco 'Sfrevol' Montanari, 2013

Tutte le foto sono di Marco “Sfrevol” Montanari e sono state realizzate durante l’allestimento della mostra.

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