Pictures from Italy

Nel 1844 Charles Dickens arrivò in Italia con famiglia al seguito per completare, come da tradizione dell’epoca, quel Grand Tour attraverso l’Europa che migliaia di giovani aristocratici, rampolli dell’alta borghesia, artisti, poeti e scrittori avevano già intrapreso fin dal ‘600 (e rimarrà un’usanza diffusa fino a metà ‘800) e che fungeva sì da scuola di vita ma anche da immensa, insostituibile lezione a cielo aperto di storia dell’arte, geografia, politica nonché degli usi e costumi degli “indigeni”.

Ecco, a proposito di “indigeni”, non mi meraviglio affatto che Pictures from Italy, il diario che il grandissimo scrittore inglese tenne durante i suoi due anni passati in Italia, sia rimasto inedito nel nostro Paese fino a pochi anni fa, pubblicato solo nel 2005, con il titolo di Impressioni Italiane, da Robin Edizioni.

Il fatto è che Dickens, che all’epoca aveva trentadue anni ma era già famoso, non ebbe una gran bella “impressione”—per dirla col titolo del libro—dell’Italia, della quale visitò tutto le città più importanti e che descrisse come sporca, pigra, maleodorante, disordinata, lazzarona, decadente, praticamente in rovina.
Per non parlare di Napoli dove «la vita per le strade non è pittoresca e insolita neanche la metà di quanto i nostri sapientoni giramondo amino farci credere […] Che cosa non darei perché solo tu potessi vedere i lazzaroni come sono in realtà: meri animali, squallidi, abietti, miserabili, per l’ ingrasso dei pidocchi: goffi, viscidi, brutti, cenciosi, avanzi di spaventapasseri.»

Dopotutto quale editore s’arrischierebbe a pubblicare e promuovere un ritratto tale, col rischio di perdere i già pur esigui lettori, sebbene il talento e l’importanza di un maestro come Dickens non possa essere messa in discussione da chicchessia…

Quindi non mi stupisco di non aver sentito parlare, finora, della nuova edizione in inglese del “diario” dickensiano, illustrata dai collage dell’illustratrice e traduttrice italiana Livia Signorini. Un’edizione pubblicata lo scorso ottobre—in occasione del bicentenario della nascita dell’autore—da Tara Books e ben recensita dai media americani che però, credo, da queste parti—permalosi come siamo—non arriverà mai.

co-fondatore e direttore
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