Pitti83 | PEB Clothing

Per crescere si deve salire. A volte addirittura arrampicarsi. Su per sentieri a volte già battuti altre volte sconosciuti e da affrontare d’istinto, con cocciutaggine ed uno zaino pieno dell’esperienza che sei riuscito ad accumulare lungo il cammino che ti ha portato fin lì. E poi. Poi c’è la vetta. Che non sempre si riesce a raggiungere ma che ti aiuta a focalizzare forze, attenzione e risorse su quello che è l’arrivo. I veri scalatori prima iniziano dalle cime a portata di mano, si allenano “nel cortile di casa” per affrontare poi quelle più impervie e lontane. E una volta raggiunta una vetta lo sguardo e il cuore vanno già verso quella più alta. E via così. Finché si hanno ancora energie e motivazioni — e servono entrambe perché ciascuna, da sola, non basta.

I ragazzi di PEB clothing hanno raggiunto una vetta — 5 anni di attività, non senza ostacoli — e sono già lanciati verso la prossima.
Per celebrare l’anniversario e soprattutto uno stato d’animo che li accompagna fin dall’inizio, hanno deciso di partecipare per la prima volta al Pitti e di dedicare la collezione FW2013/14 proprio alla montagna, con capi che prendono il nome da alcuni tra i più celebri scalatori italiani e dalle montagne più famose: Peyrot, Panei, Pukli… E poi Cervino, K2…

L’inedita dimensione montanara del marchio varesino però non si ferma alla nomenclatura ma coinvolge l’intera collezione, frutto di una lunga ricerca su materiali d’archivio come storie, foto e video delle scalate che hanno fatto la storia dell’alpinismo italiano (ricerca che, mi raccontano i ragazzi di PEB, valeva la pena fare pure se non fosse stata funzionale al prodotto; vale la pena intraprendere ogni ricerca, pure se fine a sé stessa, aggiungo io), per entrare nello spirito giusto e soprattutto per trovare colori, linee, stile e provare ad immaginare i materiali.

A proposito dei materiali: PEB ha fatto decisamente un salto di qualità (io li seguo dal 2009 e posso assicurare che non è il primo) puntando proprio su tessuti pregiati.
La parte di maglieria è tutta in lana misto-seta e la novità è un tessuto goffrato (tecnica grazie alla quale si imprime ad una pelle, una carta, un tessuto un disegno in rilievo) che dà ai patterns una sensazione 3D.

E da bravi “scalatori” del fashion design hanno pensato di complicarsi la vita pure con le felpe, evitando pezzi troppo basici e buttandosi invece su trapuntature, inserti in lana, plissettature, ben consci di aumentare in tal modo sia i tempi che i costi di produzione (che, per arrivare in vetta di metti a correre e risparmi sull’equipaggiamento?).
In lana e con interni foderati i bomber dalle linee ispirate ai modelli anni ’80. La fodera interna torna pure sui cardigan e sui chino, best-sellers delle scorse collezioni riproposti in versioni più “calde” e una maggior attenzione ai dettagli.

Per quanto riguarda i capispalla si punta sui materiali tecnici con giacche e montgomery con tanto di “coda” in tessuto spalmato e, all’occorrenza, rimovibile (in bici la tieni su, quando arrivi al lavoro o a scuola o dove ti pare stacchi la coda ed hai una giacca più corta).
Spazio poi alle collaborazioni con due marchi tra i più interessanti del nuovo made in Italy: Artillery Lane, per una cintura, e Arch, per uno zaino da scalatore dalle linee ispirate a quelli, d’epoca, da alpinismo.

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