Arriva un po’ in ritardo sui tempi Sciences Occultes.
Questo nuovo trimestrale francese dedicato alla fotografia (e in minima parte pure all’illustrazione e alla moda) di stampo magico/esoterico avrebbe potuto cavalcare l’onda dello sdoganamento dello pseudo-satanismo (in tutti i campi, dalle grafiche dei flyer alle stampe sulle t-shirts, dalla witch-house al revival di film stile Blair Witch Project), onda che sta andando ad infrangersi a rallentatore contro le rocce acuminate dello spirito del tempo, che se verso il mainstream e la cultura di provincia ha un po’ di pietà, concedendo proroghe e permettendo alle masse di godersi “il nuovo che avanza” (avanza nel senso di va avanti verso il baratro della noia e della banalità e avanza nel senso di residuo, rimasto dopo il passaggio di quelli che ci sono arrivati prima), verso le avanguardie è invece spietato e si fa sentire avvolgendo con una patina che sa di vetusto riviste come questa, che danno la sensazione di non esser riuscite a cogliere l’attimo, come quando provi a dare il cinque a qualcuno e finisci per battere solo l’aria.
Ad oggi di Sciences Occultes ne sono usciti due numeri: lo zero e l’uno, entrambi disponibili sia in versione cartacea che da sfogliare online.