7 opere e 7 domande, alle 7 di mattina, a fotografi che si svegliano presto o non sono ancora andati a dormire.
Oggi è la volta di Stefania Bonatelli.
Ciao Stefania, quanti anni hai e di dove sei? Da quanto scatti foto?
Ho 41 anni. Sono Italo colombiana. Ho iniziato che era il 1989 grazie ad un caro amico che dimenticò la sua Yashica107 nella mia borsa. Quando vide le mie fotografie decise di non riprendersi più l’apparecchio, e divenne mio.
Lo usai tantissimo, per anni, fino al 2008, anno in cui decisi di passare al digitale.
La tua attrezzatura?
YASHICA107, YASHICA mat124, KIEV k88 cm MLU, HOLGA 120GN, POLAROID 600, POLAROID se635, CANON EOS 5D e anche retro camera per Android da cell. e tablet con altre annesse applicazioni.
Cosa fai quando non fai foto?
Passeggio all’alba, subito dopo mi immergo nella frenetica vita quotidiana che concludo con un aperitivo al crepuscolo.
La notte guardo il blu dell’acqua davanti a casa, leggo libri, riviste, rispondo alle email e navigo in internet.
Descrivimi la tua stanza.
Camera con vista su una sughera che ospita nidi di merli cullata da una lama d’acqua che ondeggia nel blu: colma di luce e suono d’acqua durante il giorno. Silente e ricca di ombre la sera.
La tua macchina fotografica pesa quanto…
Quanto la temperatura dell’emozione carpita in quel preciso scatto.
Se il tuo immaginario fosse un film? O un libro?
Il mio immaginario é un film/libro composto da frammenti di tanti libri e di tanti film.
Ma uno in particolare contiene in sè la sintesi delle mio immaginario: la scena del combattimento nella foresta di bambù tra Li Mu Bai e Jen, in Crouching Tiger Hidden Dragon, di Ang Lee.
Un fotografo/a che mi consigli di tener d’occhio?
Tre fotografi delicati, complessi, tenaci e ironici: molto diversi tra loro, molto diversi da me, uomini in cui vibra sempre la corda della bellezza e della bontà: Roberto Foddai, Mustafa Sabbagh e Francesco Viscuso.