C’è la designer inglese che raccoglie i modellini dei tipici autobus rossi londinesi. C’è l’art director di Los Angeles che quando vede un vecchio walkie-talkie colorato non se lo fa scappare. O l’artista di San Francisco che da cinque anni va a caccia di foto vintage che ritraggono ragazzine in groppa a un asino (sic!).
Aldous Huxley – scrittore “distopico” e nume tutelare nel pantheon di anarchici, sperimentatori lisergici ed amanti della fantascienza – nel suo Il mondo nuovo ci mette in guardia da una società iper-specializzata in cui ciascuno ha il suo ruolo, addirittura pre-destinato (nel libro gli uomini vengono prodotti in serie come in una catena di montaggio, fecondando delle uova) facendo dire al Direttore del Centro Incubazione e di Condizionatura ai suoi studenti che «come tutti sanno, i particolari portano alla virtù e alla felicità; mentre le generalità sono, dal punto di vista intellettuale, dei mali inevitabili. Non i filosofi, ma i taglialegna e i collezionisti di francobolli compongono l’ossatura della società». Come a dire: focalizzatevi sul particolare, ché cercare di capire il disegno generale, il contesto, è pericoloso (per chi ha da guadagnarci da quel contesto).
Pensiero interessante visto che il fenomeno del collezionismo è sempre esistito nella storia dell’umanità (dagli antichi egizi alle wunderkammer del ‘500) ma si è diffuso in maniera esponenziale soprattutto negli ultimi decenni, quelli della società dei consumi, quella in cui tutti veniamo allevati dalla società stessa come polli da batteria dediti al trinomio (evocato da quel Giovanni Lindo Ferretti che all’epoca dei CCCP aveva ben chiaro il contesto generale) produci-consuma-crepa.
Collezione ed ossessione procedono a braccetto lungo la strada della cultura pop, cibandosi di essa e al contempo storicizzandola e definendola.
Per questo un sito come Obsessionistas è da considerare molto più che una semplice raccolta di interviste, corredate da ricche gallerie fotografiche, a collezionisti contemporanei, ma un vero e proprio specchio dei tempi. Tempi che corrono, certo. Ma spesso dalla parte sbagliata.
Sul sito ti segnalo pure una pagina interessante, Bookshelf, che raccoglie tutta una serie di libri dedicati al fenomeno del collezionismo, tra cui il bel In Flagrante Collecto.
Consiglio pure un bel libro italiano sull’argomento: I Collezionisti. Usi, costumi, emozioni di Enrico Castruccio, giornalista, scrittore ed ovviamente collezionista.