Save the date | Martina Merlini | Lebe, an anthology of african gods

Bastano 90 secondi (cronometrati) dentro al portfolio di Martina Merlini per capire di non trovarsi di fronte ad una semplice illustratrice, seppur dall’indiscutibile talento.
Martina infatti, nonostante rientri a pieno titolo nella categoria “giovani” (classe 1986, che nella nostra gerontocratica Italia si traduce nell’etichettatura “infante”), ha trovato quella che si può definire come la propria voce, uno stile inconfondibile, lo “stile-Merlini”, che è pure causa e al contempo conseguenza di una continua ricerca che rimbalza tra geometrie astratte e rappresentazioni figurative dal piglio antropologico e naturalista. Un’indagine sulle radici – della forma, della natura, della vita, della cultura – che culmina con la sua ultima serie di lavori, Lebe, incentrata sulle maschere religiose africane.

La serie prende il nome dalla cosmogonia dei Dogon, popolazione del Mali che vive a sud del fiume Niger e che basa le proprie pratiche religiose sulle danze e sulle maschere, vive in base ad un calendario dove le settimane hanno cinque giorni, dà ad ogni membro della tribù ben quattro nomi (uno principale, uno che rappresenta la madre, uno che indica l’età e infine l’ultimo, segreto, che è assolutamente proibito rivelare), costruisce villaggi in base ad una struttura che ricorda il corpo umano (con una testa, un torso, due braccia e due gambe) e che dà da scrivere agli ufologi da anni, visto che sembra che da ben 5 millenni i bizzarri Dogon conoscano Sirio-B, minuscola gemella della più luminosa tra le stelle del firmamento, scoperta qui in Occidente solo nell’800, anche se negli ultimi tempi questa teoria è stata molto ridimensionata.

Secondo i Dogon il creatore dell’universo è un dio che si chiama Amma (notare la somiglianza con l’Amon egizio). Dopo aver generato sole, luna e stelle, Amma creò la Terra, la stuprò e dalla loro impura unione nacque lo sciacallo, che poi si accoppiò incestuosamente con sua madre originando il disordine (e le mestruazioni). Per riportare ordine nel mondo Amma concepì (stavolta autonomamente) due gemelli ermafroditi che a loro volta partorirono gli otto antenati primordiali, i quali diedero origine al popolo Dogon, insegnando pure ai membri delle tribù le arti ed i mestieri.

Uno degli antenati si chiamava proprio Lebe, ucciso per volere di Amma e sepolto nel luogo dove poi sorse il primo villaggio Dogon.
Lebe però risuscitò e prese la forma di un serpente, forma che mantiene tuttora quando ogni notte striscia dal capo spirituale della tribù e leccandolo gli impartisce consigli – per i Dogon infatti la parola è non è altro che vapore acqueo, dunque una leccata si traduce in un discorso…

QUANDO: 26 ottobre – 18 novembre 2012
OPENING: 26 ottobre | 18,30
DOVE: Ram Hotel | via San Valentino 1/f, Bologna | mappa

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