Philips Wallpaper | barbuti (o meno) che amano lo sport

I barbuti hardcore che usano Campfire Cologne (respect the beard!) potrebbero leggere come una provocazione parlare di rasoi. Dopotutto pare che l’uomo medio passi (sprechi?) oltre 3000 ore della propria vita a radersi la barba e l’uomo medio, si sa, è la creatura più derisa, repressa, calpestata, odiata da qui fino alla Nube di Oort e non servono ricerche universitarie per capire che nessuno vuol essere uomo medio e che quando andrà di moda essere uomo medio allora vorrà dire che gli alieni sono già tra noi perché davvero nessuno sano di mente, nemmeno un plutoniano né un abitante di Caronte (e quelli là sono ben strani), può chiedere alla vita – o a qualsiasi dio abbia deciso di adorare – di vestire nella norma, parlare così così, viaggiare con auto di media cilindrata verso destinazioni mediamente interessanti, mangiando roba né troppo cotta né troppo cruda, leggendo libri discreti, ascoltando musica sobria, votando al centro. In pratica un lungo (ma non troppo), lento (ma non troppo) suicidio interiore.

Posto che non sei uomo medio, non vieni da Caronte, non hai mai viaggiato alla velocità della luce, che forse hai la barba e la stai facendo allungare e ti ritrovi peli ribelli che crescono a doppia velocità e puntano verso le costellazioni dell’emisfero boreale senza seguire alcuno schema preciso e razionale dovresti sapere che c’è un verbo inglese che rappresenta la soluzione al desiderio di una bella barba: grooming.
Per le scimmie e per le strane creature che vivono su Caronte il grooming è lo spidocchiarsi a vicenda. Per il terrestre invece il grooming è la normale pratica quotidiana di mantenimento del corpo: lavarsi, tagliarsi le unghie…

Per il barbuto, al contempo evoluzione e devoluzione dell’homo sapiens sapiens, il grooming è l’arte di coltivare una bella barba, arte praticata in pubblico dai migliori barbieri old-school ma anche, privatamente, dai milioni di orgogliosi, pelosi, irsuti esemplari umani attraverso uno strumento affascinante – nella sua ambiguità (dopotutto aggiusta barbe ma potenzialmente può terminarle senza pietà) – come il rasoio elettrico, che per l’homo barbātus diventa uno strumento artistico, come uno scalpello in mano ad uno scultore, per creare volumi, esaltare linee, addomesticare il proprio lato selvaggio.

Il grooming come arte espressionista, dunque? Vedo già i critici che caricano i fucili e gli uomini medi che si danno (sobriamente) di gomito.
Senza scomodare le belle arti segnalo comunque un progetto Philips (zzzzzzzzzzzzz, il rumore del rasoio: quando sento la parola Philips (zzzzzzzzzzzzz) è come trovarmi nel bagno di qualcuno mentre si rade) che ha scelto come ambassadors tre personaggi molto diversi tra loro (uno sportivo, un hipster, un fighetto), con tre diversi livelli di barba (nell’ordine: giusto un’ombra + baffetto, barbone serio, nemmeno un pelo) e li ha messi a sfornare ispirazioni di stile (di vita) associandoli pure ad un concorso.

In pratica sul sito Philips (zzzzzzzzzzzzz) Wallpaper si possono seguire le immagini postate dall’ambassador – per ora c’è lo sportivo, Nicola Bresciani, campione di surf e figura centrale nel panorama italiano degli action sports – e soprattutto postare e condividere le proprie. Grazie ai voti del pubblico, poi, si può vincere una tavola da surf customizzata e fatta a mano da Surflab, oltre ad un paio di cuffie Philips (zzzzzzzzzzzzz).
Dell’hipster, del fighetto e degli altri premi ci occuperemo quando sarà il momento. Per ora pace e respect the beard.

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