Ti sembra quasi di vederlo, Gianni Serra, mentre spalanca i vetri dello studio e fa entrare la luce, spostando il foglio man mano che il sole prosegue il suo cammino, lasciando disegnare i fasci luminosi che s’allungano sul suo tavolo da lavoro, andando a tracciare le linee pulite di una tuta modernista e svelandone le trasparenze, di tanto in tanto buttando un occhio a est, verso correnti d’aria fresca che arrivano da oriente a giocare coi volumi, soffiando dentro a gonne e pantaloni, mentre le t-shirts paiono prendere il volo. E poi di notte, nel silenzio, guardar le stelle e provare a immaginarle che s’accendono su un abito da sera.
Tra i nomi più promettenti del nuovo made in Italy, Gianni Serra è riuscito a sintetizzare, per la primavera/estate 2013, la razionalità costruttivista e le sperimentazioni con la luce dell’impressionismo, proseguendo con coerenza il suo cammino verso (e attraverso) la semplicità, esplorandone tutte le sfumature, dall’austerità alla leggerezza e liberandosi, collezione dopo collezione, di ogni orpello non strettamente necessario a definire la sua idea di donna contemporanea.