Il fugu, il velenosissimo pesce palla celebrato nei documentari sulla cucina orientale e nei programmi da massaia 2.0 di Real Time, è quanto di più vicino alla morte tu possa trovare in un’estasi culinaria. Lo mangi sapendo che stai mettendo in bocca una delle più ricercate prelibatezze del pianeta e nel frattempo un inevitabile brivido ti corre lungo la schiena per la consapevolezza della possibilità (piuttosto remota, ma vallo a sapere se sulla lista della Grande Mietitrice quel giorno c’è pure il tuo nome) di un errore del cuoco in fase di preparazione e conseguente morte a causa di una neurotossina capace di mandarti in pappa il sistema nervoso, paralizzarti completamente nel giro di qualche minuto ed ucciderti in poche ore.
Quale nome migliore, dunque, per un magazine (formato fanzine) che celebra il cibo e la morte. Corto circuito non da poco visto che ciò che mangiamo è morto e noi stessi, quando finiamo sotto terra, diventiamo cibo per altre forme di vita.
Fugu è un’idea di Marcella Foschi (fondatrice tra l’altro del marchio di accessori Private Circle) ed Alice Gemignani, compagne di tesi alla Naba di Milano.
Finora ne sono usciti due numeri. Entrambi si posso acquistare online.