Meters | surrealismo metrico

Gli aspetti di cose per noi importantissime sono nascosti a causa della loro semplicità e familiarità. (Si è incapaci di notare qualcosa perché la si ha sempre davanti agli occhi). I veri fondamenti di un’indagine non colpiscono affatto l’uomo che la compie.
Wittgenstein

La citazione, che ho rubato ad Oliver Sacks e che introduce uno dei capitoli più interessanti del suo L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello, calza a pennello ad un progetto come Meters, che attraverso una serie di elementari quanto surreali sistemi di misurazione riesce a destabilizzare il concetto stesso di misura, riportandolo dal campo dell’assoluto a quello del relativo, in questo modo togliendolo dalle grinfie della razionalità e della familiarità per restituirlo all’esplorazione del mondo che – come insegnano i bambini – è soprattutto gioco.

Basta una serie di strumenti surreali, creati dai designers tedeschi Patrick Kochlik e Monika Hoinkis, a far perdere la bussola alla percezione del mondo: una bolla incastonata ad una palla da biliardo o in un orologio da portare al polso, una lastra con una serie di lenti tutte differenti tra loro per scovare il meraviglioso nel banale, una minuscola finestrella aperta sui dettagli, una cornice-termometro con un display che si illumina soltanto quando raggiunge una temperatura preimpostata ignorando tutte le altre e, a proposito di bussole, ce n’è una da indossare come spilla, per sapere in ogni momento se si è esposti a sud e diventare una sorta di stella polare che cammina.

Perdere o almeno rinegoziare l’apparentemente esatta percezione che abbiamo del mondo può diventare occasione per puntare l’attenzione su una percezione dell’io che spesso diamo per scontata, in un mondo che sentiamo e misuriamo in ogni istante della nostra vita, spesso senza accorgercene, attraverso i cinque sensi ma soprattutto attraverso il sesto senso, quello che un grande neurologo come Oliver Sacks – e qua torniamo all’introduzione del post – chiama la propriocezione, «quel flusso sensorio continuo ma inconscio proveniente dalle parti mobili del nostro corpo (muscoli, tendini, articolazioni), che ne controlla e ne adatta continuamente la posizione, il tono, il movimento, in un modo che a noi rimane nascosto perché automatico e inconscio».

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