Issues | Offscreen

Nella sua affaticata rincorsa per tener dietro ai rapidissimi scatti del web e mangiare il minor quantitativo possibile di polvere, amara quanto il sapore della carta che macera lentamente in un magazzino pieno di resi, l’editoria indipendente ha capito ben prima di quella mainstream il segreto dell’eterna giovinezza: quando diventa impossibile correre alla velocità dei bit rallenta e prenditela comoda, guardati intorno, prendi strade che non ti sei mai sognato di fare a piedi fino ad oggi e racconta quel che vedi. Ed ecco un fiorire di piccole, splendide riviste di nicchia. Ultra-specializzate, curatissime nella forma e nei contenuti, fatti principalmente da approfondimenti, interviste, reportage, senza soccombere alla logica della fretta, dell’arrivo prima io che crea mostri di carta ma anche di pixel.

Offscreen, un solo numero pubblicato e il secondo in arrivo, fa parte della categoria dei magazines intelligenti e, visto l’argomento – uno sguardo approfondito su webdesigners e creatori di apps – fa riflettere il fatto che si sia scelto il supporto fisico per un progetto, validissimo, comunque focalizzato sulla creatività immateriale.

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