Minä Perhonen | SS2012

Atmosfere sognanti per abiti dalle stampe che già da sole sembrano lo spunto per fiabe estive di bambini perduti tra i fiori, di case casette casupole e per ciascuna un mondo dove entrare, magari dopo una rocambolesca fuga dai verdi boschi e dalle ombre di altissimi alberi che pungono l’aria e danzano col vento, in compagnia di bizzarri leoni blu con la criniera fatta di petali, in mezzo a prati dai fiori disegnati.

L’universo intero di Minä Perhonen è in sé bizzarro.
Innanzitutto non c’è nessuna Sig.ra Minä, nessuna nordica e biancobionda designer dalle guance rosse come mele mignon ed occhi biancoghiaccio ma un’azienda giapponese guidata da Akira Minagawa, designer con la passione per la cultura finlandese che ha lanciato il marchio nel ’95 come Minä – che i masticatori di xilitolo (è davvero così, non è una trovata pubblicitaria) usano per dire io – alla quale ha poi aggiunto una farfalla (perhonen, appunto), iniziando a produrre abbigliamento e tessuti ma anche ceramiche ed abiti per bambini.
Poi, con una manciata di negozi sparsi per il Giappone, che si mettono a fare? Aprono angoli libreria nei loro stores ma non libri da comprare – troppo facile – ma proprio gli stessi che usano loro per prendere ispirazione. Poesie, fotografia, storie e architettura: messe lì, da sfogliare, casomai volessi cominciare lo shopping da un viaggio con la testa che parte da una pagina.

La collezione primavera-estate (seppur Minagawa non creda poi molto nelle stagioni della moda e non si lasci certo influenzare dal frettoloso rincorrersi delle tendenze – talvolta talmente rapide a prender piede e scomparire da mordersi quasi la coda, come cannibali affamati di decenni e icone e cronache da triturare sotto ai loro denti aguzzi) sembra una storia fatta di tavole che s’alternano l’una all’altra soffiate via dal vento.

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