Abbiamo deciso di affittare ad equo canone la nostra rubrica settimanale sui libri a persone che stimiamo chiedendo di raccontare il loro book is on the table, quello più importante, quello che ha lasciato un segno, quello che se la casa andasse a fuoco…
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Un giorno dissi – Non sopporto i libri scritti dalle donne.
Ma questo era prima di aver capito che Ellis aveva preso tutto dalla Didion e soprattutto prima di aver letto S. E. Hinton.
Ho trovato questo libro a Portland alla Powell’s Books, la più grande libreria indipendente d’America.
L’ho letto tutto d’un fiato in coda in macchina mentre aspettavo di passare il confine Usa/Canada.
Su internet le poche foto della Hinton sono in bianco e nero e la ritraggono seduta, leggermente curva, permanente sciatta, naso a patata, sorrisetto tra il languido e il goffo e sguardo pacato. Ma lei dichiara che il suo alter ego è un ragazzino di 15 anni, ispira Francis Ford Coppola, chiede Matt Dillon per il ruolo di Dallas e di Rusty James.
Insomma.
E’ una di quelli che non scrivono se non hanno niente da dire ma quando lo fanno, riescono a trovare l’arteria in 125 battute.
That was then, this is now, pubblicato nel 1971, è il suo secondo romanzo.
Facendo delle ricerche scopro che è un libro propedeutico per l’adolescenza, uno di quelli che le Prof. più attente consigliano ai loro “borderline” e infatti la mia copia di seconda mano è corredata di un timbro della Waldo Junior High School a Salem, Oregon.
Non cercatelo tradotto perché non esiste, e se anche esistesse credo che sarebbe osceno: il suo stile è troppo essenziale e diretto per poter reggere in italiano.
Questa è la storia di Mark e Bryon, teenagers, amici, fratelli.
E’ ambientata in quell’instabile limbo temporale in cui si comincia a dubitare del senso di ciò che è sempre stato ed è sempre sembrato giusto.
Storia di quella Rivoluzione interiore, romantica quanto dura, metafora del declino dell’infanzia e dell’avvento dell’età in cui per sopravvivere devi necessariamente fare delle scelte.
Narra la difficoltà di cambiare pelle colta nel momento in cui si è ancora imprigionati tra gli strascichi di nostalgia per quello che era e la paura e il rifiuto ma allo stesso tempo l’inevitabilità di quello che sarà.
«Le cose succedono. Se inizi a chiederti il perché diventi vecchio.» dice Mark.
Un condensato di saggezza priva di moralità.
Un piccolo capolavoro senza pretese uscito dalla penna di un’allora ragazzina dell’Oklahoma che sceglie di firmarsi con due anonime iniziali perchè una donna non può aver scritto “The Outsider”.
Mi sento una stronza.
Massimo rispetto per S.E.
Caterina Coccioli
[/wpcol_2third] [wpcol_1third_end id=”” class=”boxdx” style=””]CATERINA COCCIOLICaterina, in attesa di far perdere le sue tracce e partire per una darwiniana esplorazione del mondo, vive a Milano, città in cui è nata e cresciuta.
Disegna collezioni per il suo brand Il Sistema degli Oggetti che insieme a due ex colleghi universitari ha fondato tre anni fa. E’ anche autrice del progetto ELEFORMELESFUGGIVANO con cui ha ottenuto nel 2011 una nomination per la Targa Giovani del Compasso D’Oro e al quale promette di applicarsi con più costanza.
Nel tempo libero suona la chitarra, continua comunque a progettare perchè non riesce a farne a meno, scrive, viene ispirata da cose misteriose e fa tesoro di tutto, scarica foto di animali carini, fotografa di nascosto i barboncini in metropolitana, apprezza i romanzi violenti, ama i suoi gatti alla follia, si schiaccia le dita nelle porte, cerca di diventare buddista, legge, ma troppo lentamente per i suoi gusti, osserva, accumula, cospira. [/wpcol_1third_end]