Quelli di smart urban stage mi hanno quasi preso alla lettera quando ho fatto pubblica richiesta di essere adottato e portato in giro per l’Europa insieme a al variopinto universo di fantasticatori che sono riusciti a metter su con il loro visionario progetto di mobilità/filosofia/urbanistica/comunicazione/design del futuro ed hanno chiesto a Frizzifrizzi di buttar lì una domanda: qualcosa da affidare a qualche visionaria testa creativa, poche righe che riuscissero a stuzzicare l’immaginario di qualche futurologo in attesa di input.
L’amore giovanile per la fantascienza e quello un po’ più tardivo per la retro-fantascienza (vedi siti come paleofuture.com) hanno fatto il resto e colto da una visione/illusione dai labili confini letterari e cinematografici, tra macchine volanti, treni che sfrecciano tra le nuvole, bui tunnel scavati nella roccia e mostruosi vermoni che producono energia e sostentano immense megalopoli sotterranee mi sono avventurato sull’asse verticale domandando: la città del futuro (sottointeso: te come la vedi?), raggiungere il cielo o scavare sotto terra?
La risposta è stata affidata ad una geniale ed allucinata illustrastrice, Nancy Zhang, che mi ha sorpassato a sinistra (ed è salita su, scegliendo la parte +x dell’asse) in quanto a retro-futurologia e si è immaginata forze anti-gravitazionali, città sospese per aria, materia oscura da utilizzare come carburante, motori capaci di piegare il tessuto spazio-temporale.
Un sacco di roba da spiegare, con orgoglio, a mia figlia quando sarà il momento (conoscendomi, tra poco).