Where they create

[..] che la prova decisiva dell’efficienza di qualsiasi struttura organizzativa fossero le informazioni e il filtraggio e la diffusione delle informazioni. La vera entropia non c’entrava un fico secco con la temperatura.

da Il re pallido di David Foster Wallace

Da tre anni il fotografo australiano Paul Barbera entra negli studi creativi di designers, artisti, architetti ed editori indipendenti per documentare gli spazi lavorativi nei quali prendono vita – come per magia, è proprio il caso di dirlo, viste le eccellenze coinvolte nel progetto – prodotti, grafiche, riviste, complementi d’arredo, edifici: luoghi dove l’ordine è quasi ossessivo o, al contrario, l’entropia regna sovrana.

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Abituato a lavorare per riviste di interior design, quindi avendo a che fare quotidianamente con interni da immortalare soltanto dopo il passaggio di stylists e decoratori ed aver montato luci degne di un set di Hollywood, per il suo progetto Where they create Paul decide di lasciar tutto così com’è, lasciando parlare le immagini e soprattutto i luoghi, senza filtri, ritocchi, messe in piega da post-produzione.

Nato inizialmente come sito web, Where they create è diventato ora un libro, uscito appena un paio di giorni fa, che raccoglie 32 visite ad altrettanti studi – tra cui quelli di Acne, Fantastic Man, Wallpaper*, Opening Ceremony, Confetti System, Sneaker Freaker, KesselsKramer e tanti altri – corredate da interviste che svelano modalità di lavoro ed ispirazioni e raccontano cosa c’è su scrivanie e scaffali, dietro ai divani, nei vasi per le piante (piante morte o sigarette, o entrambe: leggiti la bella intervista su Sight Unseen).

co-fondatore e direttore
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    1. ahahahahaah, tra le foto di questo post avevo visto una teca con dei coniglietti imbalsamati che mi ha colpito, ma non volevo scrivere "coniglio morto", anche perché secondo me la tassidermia rende le creature molto inquietanti e soprattutto a me sembran sempre pronte a scattare come gli ingranaggi di un carillon, perciò l'aggettivo "morto" mi sarebbe comunque sembrato riduttivo. Credo Simone si riferisca ad una nostra chiacchierata, quando abbiamo condiviso delle suggestioni sugli animali da compagnia, morti. Non nel senso che ti fai tenere compagnia da un animale morto che ti guarda fisso da una teca, mi riferisco invece alla situazione emotiva che si verifica quando il tuo animaletto da compagnia muore, come è successo a me (ed era proprio un coniglietto). Simone in quella occasione contraccambiò con un aneddoto sul suo ex criceto, fattelo raccontare che ne vale la pena!!!Io ho continuato a sognarlo per settimane in tutte le salse :-)

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