Lavorano con le mani, il naso, la lingua, mica stanno a scrivere righe di codice o a colorare linee su tavolette grafiche delicate come il culo di un bambino. Urlano, si incazzano, vivono a ritmi da superman e poi “scrivono” poesie per il palato con olio, sale, pepe, melanzane e peperoni, tonni freschi e tocchi di carne rossa come il sangue.
Sono gli chef, i macellai, i pesciaroli – le rockstar del popolo dei foodies, più banalmente quelli che ci danno da mangiare – ciascuno col suo metodo, la sua ricerca, i suoi discepoli, la sua brigata.
E Brigade De Cuisine, nuovissima gastrozine nata dall’idea di Davide Martelli (forse vi ricorderete di lui per Pharmacy Industry e 2357), parla proprio di questo e lo fa attraverso interviste, recensioni ed incursioni fotografiche nelle cucine dei migliori chef del momento, guardando alla cucina e a tutto quello che vi sta attorno con l’occhio curioso di chi privilegia, innanzitutto, il processo creativo – differenziandosi proprio per questo dalla gran massa di progetti gastro-oriented usciti negli ultimi tempi.
Se i nomi Pietro Uliassi, Pietro Leeman, Giovanni Santini – ma anche il baffuto quanto rinomato Cazzamali, il macellaio per eccellenza, il re dei tagli di carne, che su Facebook ha pure un fan club – ti dicono qualcosa allora non credo ci sia bisogno di aggiungere altro.
Unico cruccio: visto il target internazionale, il sito è soltanto in inglese. Un vero peccato, soprattutto per alcuni degli appassionati più attempati, quelli che stavano già lì a viaggiare, cercare, gustare prima che scoppiasse la bomba gastrofila che ci ha fatto diventare tutti grandi esperti di cucina, vini biologici e birre artigianali.