Xavier Brisoux è l’Italo Calvino della maglieria. Il giovane fashion designer parigino prende i concetti e li trasforma in storie (trame!), raccontate attraverso le linee e gli intrecci dei suoi abiti ma soprattutto per mezzo delle tecniche utlizzate per produrli. Quelli di Brisoux sono discorsi sulla maglieria, fatti usando come linguaggio la maglieria stessa, proprio come Calvino usava il romanzo per parlare del romanzo in Se una notte d’inverno un viaggiatore.
L’ultima collezione di Brisoux, intitolata les toiles – le tele (del ragno) – neanche a farlo apposta sembra ribadire il concetto, portando in primissimo piano proprio intreccio e tessitura, fondamentali nel mondo della moda quanto in quello della letteratura, partendo da un passo preso dal romanzo I ragazzi di Anansi di Neil Gaiman – scrittore e fumettista che nelle sue opere, Sandman in testa, ha frequentato spesso i territori del sogno, fondamentali anche nella poetica di Calvino.
Il passo recita:
Le storie sono ragnatele collegate filo per filo, e si segue ogni storia verso il centro perché il centro è la sua fine.
Xavier Brisoux dà corpo all’idea realizzando, attraverso la tecnica del partial knitting (per chi volesse approfondire…), abiti costruiti come fossero ragnatele, con i punti che girano attorno al corpo, quest’ultimo centro “creativo” e termine ultimo dell’azione.
La collezione, vista dal vivo al Pitti, è davvero splendida: in apparenza, anche grazie ai colori – bianco, nero, grigio – molto più semplice di quel che è in realtà. Magia che riusciva benissimo anche allo scrittore italiano.
E devo starti a ricordare che il suo primo romanzo s’intitolava Il sentiero dei nidi di ragno?
photos by Mathieu Drouet