Nome azzeccatissimo – Forgotten Future – per un marchio che alla sua seconda collezione propone un patchwork di stili che, per strade diverse, portano tutti all’estetica fine ’90 inizi ’00.
Richard Dawson (il cui cognome porta altre ventate di nostalgia di quel periodo), fondatore del brand inglese ed ennesimo “prodotto” della Central Saint Martins, è riuscito a dare un senso ad una collezione – ispirata al libro fotografico Pony Kids del fotografo e regista britannico Perry Ogden, oltre che a dettagli vintage – che avrebbe potuto essere solo caotica ma che invece si dimostra sì caotica, ma controllata con l’abilità di un direttore d’orchestra che deve tenere a bada banjo, drum-machines e corni svizzeri.