Solitamente c’è poco da fare, se l’amore per il fatto a mano, per il made in casa propria e per la cura di ogni benchè minimo particolare parte dal capostipite, state sicuri che qualcuno dei figli avrà la fortuna di avere il gene artistico/manuale/sartoriale. Cinzia Araia, classe ’74, ha un’abbondante strada percorsa nel mondo della calzatura, affonda le sue radici a Venezia e con un padre industriale calzaturiero non poteva che formarsi nell’azienda di famiglia, iniziando così ad avvicinarsi al mondo delle scarpe e delle grandi firme internazionali.
Questo però non le basta, e quindi terminati gli studi artistici e in Design della calzatura apre le porte del suo primo studio stilistico, disegnando collezioni per noti brand italiani che riscontrano un grande successo, portandola, nel 2010, a creare una sua linea: Cinzia Araia, con una prima collezione primavera/estate dello stesso anno, che per capire com’è andata basta solo guardare le foto (e il cui modello Alaya rappresenta il tipo di scarpe che bramo, ma da cui cadrei tempo zero, meglio una Kika per me).
Ma bando alle ciance. La collezione FW2011/12 di Cinzia Araia (della collezione precedente ne avevamo già parlato qui) propone la particolarità delle sovrapposizioni, con modelli la cui ispirazione è lo street style e i look maschili. Il colore usato è soprattutto il nero, ma non mancano tonalità di grigio, moro e rosa pallido. I modelli danno l’idea di una “scarpa nella scarpa”, i lacci e la pelle sembrano avere una rudezza tipica delle calzature maschili, ma con l’eleganza che solo un ankle boot con tacco 12 può avere. Non solo scarpe, però, Cinzia Araia propone anche borse, sempre caratterizzate da sovrapposizione, pelle, scomposizione-ricomposizione.
Gli showroom per acquistare i modelli di Cinzia sono a Bologna, Milano e Tokyo, se siete lontani dai punti d’interesse (e volete qualche informazione in più) o semplicemente per guardare le altre collezioni visitate il sito.
Io intanto imparerò a camminare sui tacchi.